Contro tutte le falsità dei sinistronzi multicul-turati ho sempre scritto che gli invasori non hanno diritto ad essere soccorsi secondo la legge del mare. Il soccorso è dovuto a navi o barche regolari, cioè ai natanti che siano iscritti nel registro navale di uno Stato di cui battono bandiera e che involontariamente si trovino in difficoltà. Pertanto i barconi e i gommoni sono fuori legge e, per di più, violano le leggi sull'immigrazione. Essi volontariamente vanno incontro al rischio di finire come pasto dei pescecani (ammesso che questi abbiano bocca buona). Il sottostante articolo non tiene conto di quanto vado ripetendo perché considera solo le navi che vanno ad accogliere gli invasori, non tenendo conto che essi non possono salvare natanti da considerare fuori legge. Concordo comunque con l'autore dell'articolo perché non vi è bisogno di essere professori di diritto internazionale per sapere che una nave è territorio nazionale dello Stato di cui batte bandiera e dunque non ha il diritto di scaricare merce nel porto di un altro Stato, dove tale merce non è stata richiesta. La scarichi in un porto dello Stato dove la nave è registrata. E se non è registrata è una nave pirata. Punto e basta.
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Navi pirata implicate nella tratta di schiavi
Testo di Augusto Sinagra
Cercherò di fare una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di
diritto internazionale di cui sono stato Professore Ordinario
nell’Università.
1. Le navi che solcano i mari battono una Bandiera. La Bandiera non è
una cosa meramente folkloristica o di colore. La Bandiera della nave
rende riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui Registri
navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche la proprietà
pubblica o privata).
2. La nave è giuridicamente una “comunità viaggiante” o, in altri
termini, una “proiezione mobile” dello Stato di riferimento. In base al
diritto internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un
altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della Bandiera.
Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi, tutte le leggi,
anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.
3. Il famoso Regolamento UE di Dublino prevede che dei cosiddetti
“profughi” (in realtà, deportati) debba farsi carico lo Stato con il
quale essi per prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali
richieste di asilo politico.
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