sabato 9 gennaio 2021

INUTILE PROSELITISMO. BEATI COLORO CHE NON CREDONO IN DIO SE...

 ...rispetteranno le norme della legge naturale. I credenti sono degli opportunisti che credono di dover credere in Dio per salvarsi l'anima. Non amano la giustizia per se stessa ma per timore di una punizione in quanto non credenti. Prendiamo l'esempio del cristianesimo. Si sa che il documento fondatore del cristianesimo fu, come ben capì Lutero, la Lettera ai Romani di S. Paolo. Costui per convertire le genti viaggiò dalla Turchia alla Grecia per trovare la morte a Roma. Ma la Lettera ai Romani è una congerie di contraddizioni. Da una parte si dice che non valgono le opere ai fini della salvezza perché altrimenti Dio perderebbe la sua libertà e sarebbe soggetto alla volontà umana. Dio ha già stabilito dall'eternità che si salverà e chi sarà dannato. Bisogna sperare solo che la fede in Dio nel rispetto dei suoi comandamenti sia fondamento, non della certezza, ma della speranza di essere inclusi nella lista dei salvati. Dall'all'altra, nella stessa Lettera ai Romani S. Paolo sembra recuperare l'importanza delle opere. Ma il Padre della Chiesa Agostino preferì il primo corno della Lettera ai Romani e aggiunse contraddittoriamente che fuori della Chiesa vi era solo "massa dannata". E che fine avrebbero fatto tutte le popolazioni non toccate dalla predicazione cristiana? A questo Agostino non rispose mai. Lutero, in origine frate agostiniano, rimase seguace di Agostino pur dopo la Riforma da lui voluta non accorgendosi nemmeno lui delle contraddizioni di Agostino. Paradossalmente aggiustò le cose la Controriforma ispirandosi alla tesi dell'equilibrista S. Tomaso, che rivalutò le opere ai fini della salvezza considerando la fede un aiuto in più per attuare opere di bene. Ma mi domando come mai Agostino non sia mai stato considerato un eretico dalla Chiesa cattolica visto che fu lui l'ispiratore, se pur involontario, della Riforma di Lutero, che fu scomunicato. Rimane inspiegabile in base al proselitismo il destino di tutti coloro che siano nati in regioni dove il cristianesimo (al di là delle miriade di confessioni in cui si divise) non è mai arrivato per precedenti tradizioni religiose. In un immaginario dialogo con la trinità ho dimostrato in un mio libro che, se un Dio esistesse, questi avrebbe dovuto preferire gli atei o gli agnostici che rispettino le norme della giustizia perché non si aspettano alcun premio nell'aldilà al contrario dei credenti, tutti opportunisti per adesione esterna e non interna ai comandamenti della giustizia, che si esprimono tutti nella suprema norma del diritto naturale NEMINEM LAEDERE. Pertanto le religioni cosiddette rivelate sono tutte inutili. Dio stesso mi incoraggia nell'immaginario dialogo a continuare ad essere ateo per avere maggiori meriti presso di lui. Bisogna far finta che Dio non esista lasciando i Vangeli solo alle anime deboli che hanno bisogno di credere in una punizione divina per rispettare le norme della giustizia. Cari credenti! Cessate di essere tali se volete cessare di essere degli opportunisti e non volete avere meno meriti rispetto a me. Lasciate perdere il papa e tutte le sue inutili prediche che sono lasciate, come disse lo stesso S. Paolo, agli uomini che sono rimasti "bambini da latte" (sic) non essendo ancora pronti a capire le norme della giustizia. Ad essi si rivolse la predicazione di Paolo, che aggiunse, sempre contraddittoriamente nella Lettera ai Romani, che anche i pagani si sarebbero salvati se avessero rispettato "la legge naturale iscritta nei cuori degli uomini". Ma allora a che serviva la predicazione di Paolo, il vero fondatore del cristianesimo? Come si vede il cristianesimo nacque CORNUTO.       

Pietro Melis Già professore di storia della filosofia nella Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Cagliari, inizialmente ha indirizzato i suoi studi ...

3 commenti:

Mauro b. ha detto...

Do ut des. Comportati bene, avrai la vita eterna. Cresciamo, non ci sono più i genitori come riferimento, come supporto, come aiuto. A volte ahimè ci lasciano troppo presto. Ecco quindi il surrogato. Dio, Gesù, la Madonna. La religione monoteista è un abominio, contraria all'indole umana. Ci vogliono il padre, la madre, e magari la cara nonna Jolanda.... E lo zio Peppino? L'olimpo contemporaneo è molto più affollato di quello greco-romano... Grandi criminali il Paolo di Tarso e il serbo Costantino...

Peraltro il Dio unico, ancorché declinato in 3 persone (?), non sembra occuparsi molto del suo gregge terreno.

Per contro, si avverte, si sente, si soffre, la presenza di entità malvagie che regolano la vita sulla terra. Forse siamo noi stessi. Oppure affidati a crudeli pastori.

Un caprone di nome Angeli*(curioso, vero?) ha partecipato alla pantomima recentemente svoltasi a Washington. Quasi a significare, ad indicare chi comanda su questa terra. Angeli decaduti e crudeli. Cambiano, a volte, i suonatori. Non la musica.

* pensiero, considerazione non miei. Letti recentemente in rete. Sottoscrivo.

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

in un mondo come il nostro dove la giustizia umana è fallace, l'idea che esista un dio che dopo la morte ci premi o punisca a seconda del nostro comportamento è utile perché soddisfa il nostro bisogno di giustizia. pensiamo per esempio ad un serial killer che riesca a farla franca. il cittadino medio desidera che almeno dopo la morte venga punito in qualche modo. d'altra parte se dio non esistesse verrebbe meno il fondamento stesso dell'etica. se non esiste nessuno al di sopra di noi in grado di giudicare, chi stabilisce cosa è giusto e cosa è sbagliato ? a te, mario rossi, piace aiutare le persone, mentre a me, marco righi, piace metterle dentro ad un sacco e poi buttarle giù da un dirupo. questione di punti di vista. se non esiste dio, ripeto, chi stabilisce cosa è giusto e cosa è sbagliato ? il giudice ? il diritto o la morale naturale ? senza dio si riducono ad un parere, ad un un'opinione. per me è giusto così, per te no. e non potranno mai essere elevati ad assoluto.

Pietro Melis ha detto...

Confucio (500 a,C.) non ebbe bisogno di una divinità per attenersi alla norma "Non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te". Si tratta di norma GIURIDICA, che non ha bisogno di alcuna divinità. Vieta di fare del male. Da distinguere dalla norma MORALE evangelica "Fai agli altri quel che vorresti fosse fatto a te". Norma pericolosa perché comanda di fare del bene, ed ognuno intende il bene a suo modo. Un islamico crede di fare del bene combattendo gli "infedeli". Come il cristianesimo credette di fare del bene perseguitando gli eretici. Il concetto di bene è sempre culturale, mentre il male, inteso come danno, è ben visibile essendo metaculturale. In tribunale non si finisce per non aver fatto del bene ma per aver fatto del male danneggiando gli altri. Da qui l'importanza della distinzione tra morale e diritto.