mercoledì 27 gennaio 2021

LA QUESTIONE EBRAICA IN BRUNO BAUER E IN KARL MARX

Riporto qui quanto fa parte di un testo mai pubblicato e che prima o dopo pubblicherò.E' intitolato VERGOGNATEVI! Sottotitolo: IL DIRITTO NATURALE CONDANNATO ANCHE IN CASSAZIONE.   Riguarda il processo (con condanna a 4000 euro mai pagati perché sotto condono) riguardante l'accusa infondata di antisemitismo per aver condannato in un mio scritto la maggiore crudeltà inflitta agli animali nei mattatoi per rispettare la macellazione ebraica detta kosher che equivale a quella islamica detta halal. Da notare che io ponevo sullo stesso piano ebrei osservanti del kosher ed islamici. Ma nelle sentenze non si è tenuto conto di ciò e per questi giudici senza cervello o disonesti valeva solo il riferimento agli ebrei senza distinguere tra ebrei non credenti ed ebrei credenti in quanto osservanti delle fanatiche norme di macellazione secondo cui l'animale deve morire cosciente e non privato prima dei sensi altrimenti diventa impuro. Secondo le norme mosaiche del Levitico, cioè di un individuo, Mosè, la cui esegesi ha dimostrato di essere un personaggio puramente romanzesco, mai esistito. Ma la disonestà portò il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ad accusarmi disonestamente di antisemitismo. La frase incriminata diceva che io avevo il diritto di non commuovermi per tutti gli ebrei morti nelle asserite camere a gas se essi erano stati osservanti della macellazione kosher perché essi, rispetto agli animali morti coscienti per dissanguamento, erano morti con minori sofferenze perché prima privati della coscienza. Come se il limitarsi a non commuoversi fosse un reato. Ciò premesso riporto del mio testo gli scritti di Bruno Bauer e del suo contemporaneo Marx in La questione ebraica, titolo comune ad entrambi gli autori. 

La questione ebraica in Bruno Bauer e in Marx


Bruno Bauer critica gli ebrei che chiedono la loro emancipazione nella Prussia cristiana, ma la chiedono in quanto ebrei, non in quanto cittadini. Essi vorrebbero gli stessi privilegi dei cristiani, ma li chiedono sulla base della loro identità religiosa. Essi si sentono discriminati in quanto non sono disposti a prescindere dalla loro identità religiosa. Bauer osserva che, quando si rivendicano dei diritti su basi religiose, tali diritti confliggono con i diritti degli altri cittadini. Pertanto Bauer chiedeva all'ebreo di manifestarsi come cittadino e non come ebreo di fronte allo Stato rivendicando diritti per tutti e non per essi in quanto ebrei. Essi si sentivano prima ebrei che tedeschi. D'altra parte, Bauer negava che la possibilità che uno Stato cristiano potesse realizzare il cristianesimo, in quanto, se lo Stato seguisse i principi del cristianesimo, dovrebbe dissolversi come Stato. Gli stessi cristiani vivono nei loro circoli isolati gli uni dagli altri, nel dominio della religione cristiana intesa come religione del dominio dello Stato. Si tratta di un cristianesimo mondanizzato dal potere dello Stato. Gli stessi cristiani, infatti, ritengono che i loro ideali possano essere realizzati soltanto nell'aldilà. Lo Stato cristiano è dunque una contraddizione, una mera ipocrisia. Lo Stato cristiano è piuttosto la negazione cristiane dello Stato, è la realizzazione statale del cristianesimo, e dunque la negazione del cristianesimo. Lo Stato cristiano usa il cristianesimo come mezzo di santificazione del proprio potere. Il cristianesimo statale si è ridotto è ridotto soltanto aduna serie di privilegi che hanno i cristiani di fronte ad ogni altra religione. Né gli ebrei né i cristiani possono rivendicare, in quanto tali, dei diritti universali perché rivendicano una religione che li fa diversi gli uni dagli altri. L'ebreo può emanciparsi soltanto incominciando ad emanciparsi dall'ebraismo. E poiché tale emancipazione presupponeva che non esistessero più nemmeno i privilegi per i cristiani, era necessario che gli ebrei si emancipassero anche dallo Stato cristiano (cioè lo Stato dei privilegi per i cristiani) rivendicando uno Stato ateo.

Non si tratta dunque di richiedere egoisticamente una emancipazione sulla base di una identità religiosa per rivendicare gli stessi privilegi dei cristiani, nella parificazione con essi, quanto di abbandonare il pregiudizio religioso perché i cristiani non rinunceranno mai ad avere riconosciuti i loro privilegi in uno Stato cristiano, ma nel senso che il cristianesimo è divenuto mezzo di dominio dello Stato cessando di essere coscienza religiosa. Lo Stato cristiano permette l'isolamento degli ebrei dagli altri sudditi in quanto l'ebreo stesso si pone in contrasto religioso con la religione dominante facendo valere una sua identità religiosa trasformandola in identità nazionale dentro lo Stato. La soluzione consiste dunque per Bauer nell'eliminare la religione dallo Stato. L'ebreo, come il cristiano, dovrà prescindere dalla sua identità religiosa e vivere da cittadino senza pregiudizi religiosi. Deve dunque cadere la contraddizione tra il pregiudizio religioso e l'emancipazione politica. L'ebreo, per esempio, scrive Bauer, dovrà prescindere dalla festività del sabato come scusa per non presentarsi alla Camera dei deputati e non prendere parte in quel giorno al dibattito politico. “Non vi sarà più religione se non vi saranno più religioni privilegiate. Togliete alla religione la sua forza di esclusione ed essa non esisterà più”. L'ebreo deve rinunciare al giudaismo, e in generale l'uomo deve rinunciare alla religione in quanto cittadino. Pertanto Bauer sottopone a critica lo Stato cristiano come Stato di privilegi per i cristiani. Lo Stato deve emanciparsi da ogni religione perché l'uomo, in quanto cittadino, cioè nel contesto dei rapporti tra cittadini di diversa fede religiosa, non pretenda più di fare valere dei privilegi religiosi. L'emancipazione dell'uomo avviene per Bauer confinando la religione dal diritto pubblico al diritto privato, nella società civile.

Scrive Bauer: “Che cosa esigono i precetti dei Vangeli? La rinuncia soprannaturale a se stessi, la sottomissione all'autorità della rivelazione, l'allontanamento dallo Stato, la soppressione dei rapporti mondani”. Lo Stato cristiano “si è appropriato dello Spirito del Vangelo” anche se non lo ripete così letteralmente come lo esprime il Vangelo”. Ma in questo modo lo Stato stesso “esprime tale spirito in forme forme statali, cioè in forme che sono bensì prese a prestito dall'essenza dello Stato, ma nella rigenerazione religiosa che tali forme devono subire esse vengono abbassate ad apparenza”

In sostanza, secondo Bauer lo Stato cristiano è un ibrido tra Stato e religione, dove lo Stato non è veramente Stato e il cristianesimo non è più veramente cristianesimo. Infatti, lo Stato, “non solo non segue, ma neppure può seguire il cristianesimo, se non vuole, in quanto Stato, dissolversi completamente”. Lo Stato che si richiami alla Bibbia, alla follia della coscienza, entra in conflitto con la sua coscienza religiosa, al quale può sottrarsi solo se si trasforma in uno Stato democratico nella sua forma mondana. Per quanto riguarda in particolare l'ebreo, Bauer scrive che “la questione è se l'ebreo, in quanto tale, cioè l'ebreo che spontaneamente confessa di essere costretto all'isolamento dagli altri, sia capace di ricevere gli universali diritti dell'uomo e di accordarli ad altri. L'idea dei diritti dell'uomo venne scoperta per il mondo cristiano nel secolo scorso...il premio della lotta contro la casualità della nascita e contro i privilegi... Sono il risultato della cultura, e li può possedere solo colui che se li è guadagnati e meritati. Può dunque l'ebreo prenderne realmente possesso? Fino a che egli è ebreo, bisogna che, sulla natura umana, che dovrebbe legarlo in quanto uomo agli uomini, l'essenza limitata che lo fa ebreo riporti la vittoria e lo isoli dai non ebrei. Per tale isolamento egli dimostra che l'essenza particolare che fa di lui un ebreo è la sua vera e suprema essenza, dinnanzi alla quale l'essenza dell'uomo deve cedere”.

I diritti umani sono per Bauer, non soltanto i diritti del cittadino, cioè i diritti che cadono entro la libertà politica, ma anche i diritti sanzionati dalle costituzioni francesi del 1791 e del 1793, e nel loro elenco si trovano la libertà di coscienza, il diritto di praticare un qualsivoglia culto. Il privilegio della fede rientra dunque nella sfera dei diritti universali dell'uomo, non in quella del cittadino. La politica deve essere garanzia dei diritti dell'uomo.

Ma, nonostante il riconoscimento di diritti universali, il cristianesimo, come l'ebraismo, opera secondo il principio di esclusione, derivante dal concetto di Grazia, legato all'arbitrio divino. Da una parte il cristianesimo offre l'amore cristiano a tutti, ma in realtà si rivolge all'uomo in quanto credente e il suo universalismo si riduce alla possibilità di tutti di accedere alla dimensione della fede cristiana nella distinzione tra battezzati e non battezzati, nell'espressione dello stesso Gesù “chi non è con me è contro di me” Matteo, 12,30), che ridimensiona il comandamento “amate i vostri nemici” (Matteo, 5, 44). Ma Bauer vede nel cristianesimo la radicalizzazione del principio di esclusione dell'ebraismo. In effetti, secondo Bauer, bisognerebbe riformare anche lo Stato perché ancora i diritti umani sono legati alla cittadinanza, per cui sembra che tali diritti valgano solo per coloro che fanno parte di uno Stato. Lo Stato vive dunque in questa contraddizione, non avendo superato il principio di esclusione, e la titolarità dei diritti umani appare subordinata alla cittadinanza perché lo Stato è l'ultimo termine in base al quale esso definisce la libertà dell'uomo. Bauer riconosce che la libertà universale sancita dalla rivoluzione francese ha prodotto una società di individui atomistici, che può favorire l'instaurarsi del dominio di uno solo, cancellando la stessa libertà.

Sin qui arriva la critica di Bauer, che prescinde da una riforma ulteriore dello Stato oltre la società capitalistica, pur avvertendone tutti i limiti per avere trasformato la società civile in una massa anonima di individui operanti egoisticamente con lo stesso principio di esclusione che opera tra le religioni.

Ma Bauer ha sottovalutato l'esistenza del principio di esclusione nell'ebraismo religioso, che ha fede solo nel popolo eletto e considera empi tutti gli altri. La maggiore radicalizzazione del principio di esclusione si ha proprio nell'ebraismo, anche se meno visibile in quanto minoranza. Ma è proprio il principio di esclusione che ha ha fatto sì che gli ebrei abbiano sempre rifiutato l'integrazione ed abbiano avuto la pretesa di costituirsi come nazione separata all'interno di uno Stato. Da ciò il motivo principale della loro persecuzione nei secoli passati, almeno sino a quando l'ebraismo nell'800 attraversò un processo di secolarizzazione. Non l'accusa di essere stati deicidi e di non essersi convertiti al cristianesimo.

La critica di Bauer è una critica teologica dello Stato in quanto Stato non ancora emancipato dalla religione cristiana. E da qui la critica agli ebrei che, invece di lottare per tale emancipazione dalla religione, volevano riconosciuti gli stessi privilegi che lo Stato riconosceva ai cristiani.

Nell'omonimo scritto dell'ebreo Marx La questione ebraica i termini del discorso si spostano alla critica, non dello Stato cristiano, confessionale, ma dello Stato stesso, ma la sua critica sembra banalizzare il problema dello Stato confessionale che era stato posto da Bauer. Infatti Marx ritiene che la questione religiosa sia una questione secondaria perché dipendente dall'esistenza dello Stato borghese e dunque dall'esistenza della proprietà privata. Marx ritiene che sia necessario andare oltre l'emancipazione politica, che è l'emancipazione di pochi, per arrivare ad una emancipazione umana, che richiede un mutamento radicale della società. Marx vede nel giudaismo solo la sostituzione del dio della religione con il dio danaro, non anche il giudaismo religioso, causa maggiore dell'isolamento ebraico nel passato, e, per certi versi, anche nel presente. Egli pertanto, prescindendo dal giudaismo religioso, semplifica tutto con l'affermare che la scomparsa della proprietà privata, la fine di una società basata solo sul traffico, in cui anche la donna diviene una merce, farà scomparire automaticamente anche il giudaismo.1


1 Sulla questione ebraica in Bruno Bauer e in Marx cfr. 1) Enrico Galavotti, Marx: La questione ebraica (in homolaicus,com); 2) Sulla questione ebraica. Karl Marx (1844). Da Organizzazione Comunista Internazionale (Che fare) (in marxists. og); 3) Vincenzo Fano, La questione ebraica di Marx (in viverestphilosophari.wordpress.com); 4) Alessandro Sinigalli, La questione ebraica e la società di massa (in filosofico.net); 5) Elena Falaschi e Marika Pecorai, Sulla questione ebraica-Karl Marx (sansepolcro.it); 6) Carlo Fracasso (25 aprile 2004), Introduzione a Marx/3. La questione ebraica (in ospiteingrato .org); 7) Incontro con Massimiano Tomba, Padova 9 febbraio 2011, di Ilia Pedrini (in ospiteingrato.org); 8) Massimiliano Tomba, Crisi e critica in Bruno Bauer. Il principio di esclusione come fondamento politico, Bibliopolis, Napoli 2002. Recensione di Brenda Biagiotti (in sifp.it); 9) Critica di Marx e di Lenin alla democrazia piccolo borghese. La questione ebraica (in xoomer.virglio.it); 10) Bauer, Bruno-Marx, Karl, La questione ebraica, a cura di Massimiliano Tomba, Roma, Manifestolibri, 2004, Recensione di Antonio Scalone – 11/5/2005 (in recensionifilosofiche.it). Una traduzione de La questione ebraica di Marx è stata pubblicata a cura di Diego Fusaro (Bompiani 2007).

Più convincente l'analisi precedente di Bruno Bauer nello scritto dallo stesso titolo La questione ebraica, in cui Bauer vede, non tanto nell'attaccamento al ...

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12 commenti:

Mauro b. ha detto...

Egregio professore
Non ho le conoscenze, né la cultura, per "duellare", ad armi pari, con persone come lei. Istintivamente ho come la sensazione che il problema ebraico, nell'accezione più vasta del termine, occupi troppo spazio nelle nostre menti, ovvero dilapidiamo troppo tempo a cercar di dipanare tale arruffata matassa. In fondo un po'ebrei lo siamo tutti noi, a cagione di inevitabili rimescolamenti di sangue avvenuti nel passato. Nella sua Sardegna, per esempio, ne sbarcarono alcune migliaia nei primi secoli era volgare. Per sovrrammercato, avevamo la nostra tranquilla religione farsesca, una famigliola divina arroccata sulle brumose vette dell'Olimpo... Alcuni criminali, invece, ci hanno voluto appioppare una versione light dell'ebraismo. Ce ne siamo talmente innamorati che ci siamo pure incazzati di brutto con i giudei, rei di aver crocifisso un loro connazionale, sedicente figlio di Dio. Che ce ne cale, a noi, a pensarci BENE? A parte che quando si parla di ebrei bisognerebbe distinguere fra ebrei veri e fasulli, cioè i khazari. Argomento troppo vasto, neanche Marx e Bauer hanno voluto affrontarlo, per timore di cadere in un merdaio. Mi si passi la volgarità.
Gli ebrei osservanti praticano la macellazione kosher, i musulmani la macellazione halal,simile alla prima, che appresero dai khazari o ebrei fasulli, nei primi secoli era volgare. Enorme sofferenza per gli animali, enorme godimento per i crudeli iddei mesopotamici cui i sacrifici erano dedicati. Godevano alla vista del sangue, godevano per gli odori derivanti dall'abbruciacchiamento della carcassa sugli altari... Gli ebrei provenivano dalla Mesopotamia. Tutto quadra. Noi invece macelliamo in una maniera più umana, però il sangue degli animali spesso viene destinato ad usi alimentari..... Mah!

I maledetti e potenti"ebrei" kazhari, con il supporto della potente Chiesa Cattolica, non hanno esitato a massacrare milioni di loro compatrioti innocenti, allo scopo di crearsi un alibi. Per ricostituire il distrutto Gran Khanato di Khazaria, non lo stato di Israele. Questo è il loro sogno. Fumo negli occhi il resto. Truffa colossale.

RIC ha detto...

non tutti i crimini sono uguali...
https://www.altreinfo.org/una-storia-diversa/15730/ilya-eherenburg-responsabile-morale-dello-stupro-di-due-milioni-di-donne-e-bambine-tedesche-criminale-di-guerra-mai-processato-paolo-germani/

RIC ha detto...

Mauro b. ; cerchi su internet " il grande israele " di Theodor Herzl..e capira' molte cose.

Mauro b. ha detto...

@ RIC
Grazie delle dritte. Conosco all'ingrosso il personaggio Herzl, un po'meglio le atrocità commesse dai vincitori sul popolo tedesco, dopo la fine della guerra. Il sangue dei vinti, vecchia storia. Ne sappiamo qualcosa anche in Italia, purtroppo. Qualcuno ha istigato disonestamente alla vendetta, altri hanno minimizzato le responsabilità dei nazisti, giocando sui numeri eccetera. Come sempre ne hanno pagato le conseguenze gli innocenti, gli indifesi. Pagine atroci che fanno vergognare di appartenere al genere umano. Pagine sottaciute, per convenienza politica. Il sangue dei vinti, appunto. La religione cristiana è stata una jattura, una disgrazia, presa in prestito da popolazioni levantine, avulsa dalle nostre radici, dalle nostre tradizioni. Abbiamo sostituito Dei presunti sanguinari, con una organizzazione a delinquere, costituita da adoratori di divinità crudeli, dediti agli infanticidi, pederastia, sodomia, e quanto di peggio si possa immaginare. Rintontendoci di fregnacce, ci hanno inculcato fin nel midollo l'odio per gli ebrei, uccisori di Cristo... Ecco perché gli ebrei costituiscono un tarlo così devastante nel nostro cervello. Dovremmo smettere di odiarli, altrimenti veramente ci tengono avvinti, in pugno. Se ne parla, se ne scrive troppo. Anche loro hanno pagato, duramente. Altra cosa i diasporati di Kazharia, che si fingono ebrei, ma non lo sono.... Loro sono i veri padroni del mondo, in combutta con la Chiesa Cattolica....
Un saluto.

RIC ha detto...

a Mauro B...buona lettura!!



https://www.controinformazione.info/grande-israele-il-piano-sionista-per-il-medio-oriente/

Mauro b. ha detto...

Grazie RIC, già segnalato, se non sbaglio.
A mio parere trattasi della ricostituzione della Khazaria, come già accennai. I Khazari, ripeto, sono degli ebrei fasulli, si spacciano in tutto e per tutto per ebrei. I belgi valloni parlano francese, ma non sono francesi.. tanto per regolarità.

La mafia khazariana, i gesuiti, le famiglie della nobiltà nera, dominano il mondo. Trinità materiale.
Saluti.

RIC ha detto...

Mauro b. , infatti ' diventato un lascia passare per ogni nefandezza ..ma i veri ebrei ( pochissimi meritano il mio rispetto , purche' le loro litalie e convinzioni restino nelle loro sinagoghe. Purche' non si sentano popolo eletto al di sopre di tutti .

Ho grande ammirazione per ..... http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=56989&Itemid=100021


ma ben poca per altri ..... TIPO..https://www.ariannaeditrice.it/articoli/sistema-del-debito-dall-antico-testamento-ai-rothschild

Mauro b. ha detto...

Vede RIC spesso, o quasi sempre, ci si concentra sulla cura del raffreddore, e si trascura la polmonite... Falsi bersagli, falso scopo, come in artiglieria. Personalmente mi sono un po' stufato di parlare degli ebrei, cagione di ogni male, di ogni perversione e falsità. Oppure del loro Dio che qualcuno ci ha appioppato nostro malgrado. Con le budella dei migliori andrebbero strozzati i peggiori. Guardo alla dipartita con un cauto pessimismo, essendo spesso i finali prefigurati dalle ouvertures...viviamo un brutto melodramma. Impossibile distinguere gli amici dai nemici. A me non è quasi mai riuscito.

RIC ha detto...

MAURO B...
Solo punti di vista?

Un qualsiasi Mayer Amschel Rothschild in Francia, durante la battaglia di Waterloo attraverso i suoi "agenti" fece spargere con tanto di grancassa ,( potenza della stampa) la voce in Inghilterra che gli inglesi stavano inesorabilmente perdendo la guerra. Le AZIONI precipitarono a dei minimi inauditi. il Paese ridotto ad un lastrico immaginario prossimo, svendette tutte le azioni al minimo pur di vendere e realizzare qualcosa ..Un qualsiasi Rothschild le compero' tutte a prezzo di carta straccia. ( oggi in borsa basta lo starnuto di un AD per perdere il 5% delle azioni )
Poi quando la verita' ( prima celata opportunamente) venne fuori , ovvero che Napoleone era sconfitto inesorabilmente, il valore delle azioni presero un volo vertiginoso e un qualsiasi Rothschild guadagno' tanto di quel denaro d poterlo prestare alla Francia per pagare i debiti di guerra che gli stati le imposero per le sue scorribande Europee . Ancora oggi in Francia e non solo in Francia....e' il solo re incontrastato che dirige lontano dalla vita politica e mondana. .Ora qualcuno lo defini' un Genio della Finanza " io avrei un altro aggettivo .
La verita' esiste..mai stancarsi di cercarla . Per non finire come il topo e l'elefante che da secoli stanno discutendo se il cavallo sia un piccolo o un grande animale ( punti di vista )
saluti e grazie per ogni partecipazione alle controversie, e grazie al Prof. melis che ci ospita.



Mauro b. ha detto...

Piacere reciproco. Invecchiando sto diventando piccoso, precisino, noioso magari. Mi prefiggo, mi prefiggerei, cercare la verità, affrancata dal luogo comune imperante su questo pianeta, o planisfero, a seconda dei punti di vista. Bisognerebbe andare indietro nel tempo, scoprire donde realmente provenivano i progenitori dei Rothschild, Rockefeller, kissinger eccetera... Vengono chiamati ebrei all'ingrosso. Ma non è così, probabilmente. Brutto affare l'odio razziale, anche se a volte viene fomentato addirittura dalle vittime, o meglio, dai loro indegni rappresentanti. Ci sarà un tornaconto, è matematico. Ringrazio ovviamente anche io il professore per l'ospitalità.
Ad maiora.

RIC ha detto...

Signor Mauro B. :Anche io invecchiando continuo a pormi e domande che in giovinezza manco mi sognavo.Le risposte non sarebbero cosi difficili se ci rendessimo conto che qualsiasi cosa che succede nel mondo e nell' universo, esclusa nessuna, e' conseguenza di un evento precedente.
Anche l' universo con la sua formazione secondo me non sfugga a questa legge.Solo Dio non ha un perche' della sua esistenza , e ogni popolo se ne e' inventato uno o molteplici Dei.
Circa quello che lei ritiene "odio razziale " ammesso che esista non sfugge alle considerazioni sopra citate... Ma se non fosse cosi evidente sig. Mauro, la sua delicata gentilezza nell' esprimere un disaccordo non oserei pregarla di porre attenzione a storiche interpretazioni della vita umana da parte di alcuni...che si ritengono vittime da quando si sono inventati un Dio solo per loro. Saluti.


https://www.academia.edu/17002810/Blondet_IL_TALMUD

Mauro b. ha detto...

@ RIC

La prego non mi chiami sig. Mauro, mi mette in imbarazzo. Può darmi del tu, se vuole, senza problemi. Preferirei, così sarei autorizzato a far altrettanto. Degli ebrei, ribadisco, se ne parla troppo, il dente batte più o meno sempre lì. Le mie idee strampalate le ho già espresse, non giova ripeterle. Io mi ritengo agnostico. Noi l'abbiamo fatta ancor più grossa dei giudei. Impossessatici, più o meno nostro malgrado, di un Dio altrui, lo abbiamo spacciato per nostro, dividendo i libri sacri fra nuovo e vecchio.... Lo abbiamo imposto come l'unico vero Dio, rompendo i coglioni a mezzo mondo e commettendo, in suo nome, le peggiori atrocità. Anche Iddio cambia idea? Manda magari suo figlio(?) in terra a farsi immolare per i nostri peccati(???). Iper sacrificium intellectum. In campo religioso gli ebrei, quelli veri, sono molto più seri di noi... Parere personale.

Da sempre mi ripeto di non impicciarmi più in argomenti religiosi. Questioni di lana caprina, ti sfiniscono, non giungi mai a nulla. Incrocero' comunque volentieri di nuovo con lei i guantoni, qualora si ripresenti l'occasione. Sarà senz'altro un combattimento cavalleresco, leale, senza colpi sotto la cintura.
Mi stia bene.