Che cavolo significa che esiste una realtà oggettiva per cui bisogna prenderne atto? Che significa prenderne atto? Significa forse giustificarla? Ma per piacere! Allora dovremmo giustificare tutto ciò che esiste ed è esistito nella storia. Anche i peggiori crimini. In natura esistono anche i mostri perché la natura, assai imperfetta, si è formata sulla base di una evoluzione biologica fondata sulla casualità (leggere il famoso Il caso e la necessità di Jacques Monod (premio Nobel 1965 per la medicina con François Jacob). La selezione naturale ha fatto sparire sempre migliaia di specie ancor prima che apparisse l'uomo. Vi sono state sempre grandi estinzioni di cui una è giunta all'estinzione del 95% di tutte le specie viventi. Perché non si erano adattate al mutamento dell'ambiente e al cambiamento climatico. Sulla base delle mie conoscenze biologiche (e non da dilettante perché ho scritto un libro di 526 pagine intitolato Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità
posso dire che l'omosessualità è una conseguenza di errori di duplicazione del DNA e di disfunzioni ormonali. Questo dal punto di vista biologico. Leggere di Jean-Didier Vincent Che cos'è l'uomo. Se si parte dal presupposto che una cosa per il fatto che esiste come realtà oggettiva deve essere accettata si arriva all'assurdo del voler cancellare la distinzione tra bene e male sul piano giuridico e morale, e tra normale e anormale sul piano biologico. Visto che si parla sempre di diritti civili tra questi il diritto più importante è il diritto alla libertà di pensiero, soprattutto se si tratta di difendere la verità scientifica. Pertanto sul piano PERSONALE debbo avere il diritto di dire anche pubblicamente che due che si inculano mi fanno schifo. E non per questo giustifico la violenza contro gli anormali. Altrimenti dovrei giustificare la violenza contro tutti i nati sfortunatamente disabili. Me ne guardo bene. Pretendo solo di dire che due che si inculano sono ANORMALI. Perché il culo è fatto NATURALMENTE per defecare e non per altro. W la fica!
8 commenti:
Premetto che il mio intervento non è un parere sullo specifico argomento di questo articolo, cioè prenderlo nel culo è o non è naturale, ma sulla libertà di pensiero.
La realtà oggettiva è un concetto che si riferisce semplicemente alla determinazione di ciò che esiste, indipendentemente della conoscenza di detta esistenza da parte di chiunque. Di per sé è del tutto neutrale rispetto al giudizio di chicchessia poiché non pone alcun vincolo né richiede qualsiasi sorta di intervento.
Esiste poi la realtà soggettiva, che lascia ciascuno libero di interpretare quella oggettiva secondo le proprie convinzioni, giuste o sbagliate che siano. Quindi ciascuno è libero di pensare ciò che gli pare.
Però, vivendo in consessi comunitari, da cui si ottengono vantaggi e svantaggi, nasce la necessità di regolamentare i comportamenti definendo quali leciti e quali illeciti. Ovviamente ciò avviene secondo il sentire del consesso in cui dette regole sono stabilite.
È plausibile che non tutti i membri del consesso si trovino d’accordo, perciò si approvano le regole a maggioranza e, magari, attraverso organi rappresentativi delle “corporazioni”.
Ciò però non ha alcuna influenza sul libero pensiero, ma di sicuro deve averne sulla sua libera e pubblica manifestazione. È un costo che bisogna pagare per una pacifica convivenza, contro l’alternativa di andare a vivere su un’isola deserta.
Cordiali saluti
ambrogio negri ; se la prima parte del suo ragionamento e' condividibile trovo enormemente fuori luogo la seconda. Liberi di pensare quello chi ci pare e liberi di esprimerlo mi sembrerebbe il minimo nel 2021 D.C. traguardo tra l' altro ancora da raggiungere .Resta l' aberrazione che i CONSESSI comunitari che definiscono quello che e' lecito e quello no , e' fatto da regole stabilite da una minoranza esigua di personaggi che della loro " soggettivita " ( una maggioranza risicata dentro una rappresentativita' insignificante rispetto ai popoli )ne hanno fatto una oggettivita' da applicare per legge sensa discutere sulla sua legittimazione. Il costo da pagare per per una pacifica convivenza e' troppo alto. Sulla isola deserta manderei quelli che non distinguono un buco da un altro , dove e' auspicabile la loro estinzione.
La verità scientifica è giustamete antidemocratica. E di questo non vogliono tener conto questi disonesti che vogliono imporre la dittatura della ideologia di una minoranza ormai corrotti dal relativismo contro la verità scientifica.
Ancora una volta devo chiarire che non mi riferisco alla distinzione dei buchi.
Per gli assertori della assoluta libertà di pensiero o della verità scientifica, simulo una delle migliaia di situazioni possibili.
Un soggetto affetto da sindrome di Down incontra Tizio, il quale liberamente pensa che questi sia un deficiente. Basterebbero la semplice educazione ed il buonsenso a inibirlo dall’appellarlo liberamente e pubblicamente con l’aggettivo ”cretino o altri sinonimi”.
Poiché c’è gente come voi che prova a trincerarsi dietro alla libertà di espressione del pensiero o alla scienza, che in merito ha scritto migliaia di pagine (non appena 526), che dimostrano ampiamente che il soggetto è davvero con minime capacità cognitive, è giusto che ci sia il legislatore a regolare la faccenda.
Liberi di fare finta di non capire adducendo strumentali definizioni ed altri arzigogoli.
Cordiali saluti
Concordo sul viva la f..a a conclusione del pezzo. Anche sulla prosaicita' del deretano, specialmente quello maschile. Esiste, esisteva, nelle campagne, un ibrido, per chiamarlo così. Mi riferisco alle campagne toscane, nella fattispecie le zone appenniniche, vicino ai confini emiliani e romagnoli. Il farmacista, il notaio, i notabili dei paesi, a volte, mettevano gli occhi su qualche avvenente fanciulla. Se era nubile interpellavano i genitori, se maritata era più complicato. Veniva fatto in modo che i cornuti fossero allontanati dal luogo, nel mentre il notabile si giaceva con la fanciulla o con la sposina. La sventurata ed i famigliari "giusti" venivano poscia ricompensati adeguatamente.
Acciocché la promessa non perdesse la verginità, oppure la sposina non rimanesse incinta, i più galantuomini optavano, dopo gli strusciamenti di rito, per il c.lo fi..to, ovvero un rapporto sodomitico senza rischi per la ragazza o per la signora maritata. Così veniva chiamato questo organo intermedio, donde deriva il proverbio: fare da potta e da c..o. L'argomento è un po' grossier ma così accadeva, a volte, nei tempi passati. Aneddoti che ho raccolto per caso, dalla bocca di persone molto anziane, tutti combacianti e perciò attendibili, ritengo. Cose che accadevano in barba a tutti i sofismi, i distinguo, teorie filosofiche ed operette morali.
Probabilmente anche la storia di Lucia Mondella, intorcinata fino allo spasimo dal quel pedante bacchettone del Manzoni, non è altro che il racconto di un signorotto che si vuol godere la ragazzotta prima di quel gonzo di Renzo, suo promesso sposo. Essendosi trovato bene, il signorotto, vuol tenersi la ragazza per sé, senza spartirla con lo zotico tessitore. Come si sia comportato fra le coltri il Don Rodrigo non è dato sapere.
Ma don Rodrigo secondo lei voleva tenersi per sempre Lucia? Non capisco la frase "Come si sia comportato fra le coltri don Rodrigo" visto che non riuscì a portarsela a letto.
Giusto professore, diciamo come si sarebbe comportato fra le coltri don Rodrigo, quale "via" avrebbe imboccato....
Il signorotto aveva forse in animo una sorta di concubinaggio a distanza con la bonazza lacustre, assegnandole una fantesca, una dote, una sistemazione per i figli eventuali, una bella casetta in campagna.. La Mondella sarebbe stata senz'altro meglio che con quel coglione di Renzo. Troppo appiccicoso, destinato ad esser cornuto prima o poi. Trama di fantasia. Anche la provvidenza lo è.
Saluti.
Lucia era una bigotta che aveva fatto voto di castità se si fosse salvata da don Rodrigo. E fu fra Cristoforo a indurla a sciogliere il voto.
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