Ricevo dal mio corrispondente dalla Svizzera Sergio Pastore
Caro prof. Melis,
eccellente pezzo quello di oggi (Gesù o Barabba?): un discorso il Suo
così semplice e chiaro e incontrovertibile. Mi piacerebbe sapere
cosa replicherebbe il “genio”Ravasi che Lei malgrado tutto
ammira, probabilmente per la sua - si dice, io non lo so -
immensa cultura. L’erudizione e la cultura sono delle belle
cose, si può apprendere sempre qualcosa di bello o di curioso:
parlare e discutere con una persona colta è sempre meglio che
con una rozza e stupida. Ma alla fine anche un Ravasi non
potrebbe non ammettere - se è onesto - che Lei ha riassunto
molto bene il senso - e/o non senso - del cristianesimo: peccato originale, piano di
salvezza del Padre Eterno comprendente la macellazione del
Figlio, pure lui Dio e parente di quello strano intruso chiamato
Spirito Santo, piano necessitante il traditore Giuda (senza
Giuda niente tradimento, niente crocifissione, niente
resurrezione, ergo niente redenzione del genere umano). Eccetera
eccetera eccetera. Insomma, un cumulo di fesserie - che però sono state credute per
duemila anni e lo sono ancora da parte di milioni di persone,
anche di persone acculturate. E ci hanno creduto persone geniali
come Dante, Tommaso d’Aquino, Pascal, forse anche Galilei e
Newton. Come la mettiamo? Dice la Magli che anche un uomo di
genio non può sottrarsi allo Zeitgeist, è praticamente
impossibile oltre che pericoloso. Ma ormai siamo nel XXI secolo e
ognuno può dire quello che vuole (ma un “porco dio” in
televisione fa ancora scandalo e il Vaticano protesta …).
Io penso che Bergoglio, Ravasi, i vescovi e
cardinali italiani e Tarquinio il Superbo (il direttore di
Avvenire) sappiano benissimo che nessuno più può credere nelle
fesserie dei Vangeli: la minaccia dell’inferno fa solo ridere (e
poi Bergoglio ci ha comunicato che l’inferno non esiste, le
anime dei dannati semplicemente si dissolvono, mentre i beati
assisteranno allo spettacolo in technicolor di Dio per l’eternità
- pensa tu che noia, meglio dissolversi!).Bergoglio che cancella
l’inferno e quasi nessuno protesta!
Perciò il cambio di paradigma di Bergoglio e soci:
d’accordo, non si può più credere a tutte le scemenze dei
vangeli, ma i diritti umani, il dovere dell’accoglienza non si
discutono: chi non accoglie i migranti è un egoista, non è
cristiano, non può considerarsi dei nostri. Perciò la continua
solfa di Bergoglio (un neologismo carino trovato in rete:
saremmo in una fase di “rimbergoglionimento” …).
L’ultima frase del suo pezzo però non mi convince
appieno. Scrive:
La conclusione amara è
che la storia sarebbe stata migliore se Gesù e,
soprattutto, Maometto non fossero mai esistiti.
Sì e no. Più sì che no, ma la
stessa storia o storiella di Gesù qualcosa di buono ha
apportato, non solo per le splendide cattedrali, le opere
d’arte, la Matthäus Passion di Bach, la riflessione seria di
tanti teologi. Io penso che il cristianesimo abbia resistito
così a lungo per le opere di carità della Chiesa, vedi anche
le missioni. Il cristianesimo ha almeno in parte raddolcito
i costumi, temperato l’innato egoismo degli uomini. Stendhal
diceva che ciò sarebbe avvenuto anche senza il
cristianesimo: è la civiltà, la conoscenza, che porta alla
civile convivenza. Vero, ma il cristianesimo vi ha
contribuito (pur avendo a suo carico immensi danni:
crociate, guerre, terrore psicologico - uno poteva dannarsi
persino in punto di morte per una bestemmia o un atto (un
pensiero) di ribellione a Dio).
Stia bene.
Sergio Pastore
P.S. Uta Ranke-Heinemann sostiene che Giuda non è mai esistito, è un personaggio “costruito a tavolino” per “drammatizzare” il racconto, renderlo più
avvincente.
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