venerdì 20 gennaio 2012

MESSAGGIO AMBIGUO DI GIULIANO FERRARA A RADIO LONDRA (RAI1). PERCHE' NON USARE INVECE I CRIMINALI COME CAVIE? SI RENDEREBBERO UTILI ALLA RICERCA

Il messaggio sulle sofferenze degli animali (nel caso in questione si tratta dei docili e affettuosi cani beagle) è ambiguo quando si dice che bisogna rispettare un rapporto di "umanità" (quale umanità?) con gli animali (non umani, aggiungo io perché anche gli uomini sono animali) e non sottoporli a sofferenze. Ferrara ha approvato la chiusura (per cui si è battuta in parlamento Michela Vittoria Brambilla) di quel tremendo capannone dove venivano tenuti ammassati i beagle destinati ai laboratori per esperimenti. Che vuol dire Ferrara? Che un cane o altro animale può essere destinato ad esperimenti purché non soffra? Esistono esperimenti che non facciano soffrire? Avrebbe Ferrara accettato che il suo cane venisse impiegato per esperimenti? No, il suo no. E allora perché gli altri sì? Perché non hanno padrone? Vale solo il fatto che il cane sia proprietà di qualcuno perché la sua vita sia difesa? Dunque la vita degli animali non umani ha valore solo perché ha valore per gli uomini? Questo è ancora antropocentrismo. Umberto Veronesi (vegetariano) ha chiarito che la sperimentazione animale è anche nociva perché un farmaco testato su cani,scimmie o topi può avere risultati diversi sul corpo umano. La migliore sperimentazione si può fare su cellule umane coltivate in vitro, anche con uso di embrioni. Ma guai a toccare questo argomento per Ferrara, che da ateo devoto crede come il papa che nell'ovulo fecondato vi sia già la persona umana. E infine, perché Ferrara parla di umanità come se gli uomini fossero tutti eguali? Non sarebbe meglio usare la vita di un criminale per la sperimentazione in laboratorio? No, per carità. Anche la vita di un criminale ha la dignità dell'essere umano. Proprio non ci intendiamo. La dignità non è un concetto astratto. La dignità bisogna meritarsela. Molta umanità sta sotto il livello dell'animalità, perché il predatore uccide per motivi di sopravvivenza, non per crudeltà come fa l'uomo per motivi culturali e non naturali. E la si finisca di usare il termine dispregiativo "bestia" retaggio di una concezione soprattutto religiosa. Molta umanità sarebbe migliore se fosse "bestiale".
Leggete l'articolo di Ferrara che fa il panegirico del cavallo descrivendone (giustamente) tutte le sue grandi qualità. Ma Ferrara è un torturatore del suo cavallo se ancora va a cavallo. Egli pesa più di un centinaio di chili. Non ha di certo la corpuratura di un fantino. E invece ha sempre sottoposto il cavallo ad un peso innaturale. Altro che amore per il cavallo. Amore per se stesso.



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