OLBIA. Sospetti della polizia locale su un gruppo che cattura i randagi, li sevizia e li uccide
C'è una banda che tortura i cani
Due cuccioli impiccati a un ulivo in un terreno alla periferia della città
Il sospetto della polizia locale è questo: a Olbia c'è una banda spietata che cattura i cani, non solo quelli randagi, e poi li tortura. Due cuccioli, una femmina di beagle e un pitbull, sono stati ritrovati ieri mattina impiccati, appesi a un ulivo nelle periferia della città. In un terreno di via San Severino, non lontano da via Vittorio Veneto, i cani sono stati legati e poi appesi a un ramo. Ma forse prima di essere uccisi sono stati torturati, anche se questo particolare dovrà essere verificato da un veterinario. Sul posto, oltre ai vigili, anche le guardie ecozoofile. Il proprietario del beagle (un muratore di 32 anni) è stato rintracciato subito grazie al microchip, mentre il pitbull non si sa ancora a chi appartenesse. «Il mio beagle - ha riferito Alessandro Melino - era sparito a settembre, durante una battuta di caccia, tra Murta Maria e Spiritu Santu. Chi l'ha ucciso lo ha imprigionato per tutto questo tempo. Di una cosa sono certo: non aveva l'abitudine di aggredire il bestiame e quindi non può essere stato ucciso per vendetta da un pastore». Forse si tratta di un gioco terribile organizzato da una banda di persone senza scrupoli. «Credo sia il frutto del macabro e sadico gioco di un gruppo di folli - sostiene il comandante della polizia locale, Gianni Serra - Questo non è il primo episodio che ci viene segnalato». ( np )
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