domenica 15 luglio 2018

I BARCONI NON HANNO DIRITTO AL SOCCORSO

Ho avuto conferma da un mio conoscente che ha una barca a vela (con motore sussidiario). Le persone che si trovano sulla barca in difficoltà hanno il diritto di essere salvate ma il natante soccorritore ha il diritto di rifiutare di salvare anche la barca se il proprietario di essa non è disposto a pagare una certa somma da contrattare in proporzione al valore della barca che deve essere trainata. Dal momento in cui la barca in avaria accetta la cima (cioè una corda per il traino) il proprietario della barca trainata deve pagare la somma richiesta dal proprietario della barca trainante. 
Tutto questo presuppone che le due barche siano regolari, cioè siano iscritte in un registro navale e battano bandiera dello Stato nel cui registro navale sono iscritte. Inoltre il responsabile della barca deve avere una patente nautica, altrimenti è fuori legge. 
Si è voluto invece estendere il salvataggio delle persone che stiano in un barcone o in un gommone, che sono da considerarsi fuori legge. Gli scafisti non hanno patente nautica. Come ha dichiarato l'ex ammiraglio della Guardia Costiera Ferdinando Lolli, i barconi e i gommoni non sono natanti regolari e coloro che vi salgono non possono essere considerati come naufraghi. Naufraghi sono coloro che vanno incontro INVOLONTARIAMENTE "alla sfortuna del mare". Non è questo il caso dei cosiddetti migranti, che VOLONTARIAMENTE vanno a cercare la sfortuna del mare per essere soccorsi. La faccia tosta di un Salvini che canta vittoria (di Pirro) e accusa Repubblica ceca e Ungheria di non  volere invasori. Non vogliono l'inferno libico trasferendolo nei loro Stati. Notare come le dichiarazioni dell'ex ammiraglio non siano state riportate su altri quotidiani nazionali. Congiura del silenzio dei giornalacci affiliati ai sinistronzi della falsa sinistra.      

"Rispettare la legge del mare?
Non impone di accogliere tutti"



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