sabato 8 settembre 2018

8 SETTEMBRE 1943

Dopo la seduta in data 25 luglio 1943 del Gran Consiglio del Fascismo con cui Mussolini fu posto in minoranza, con la conseguente fine del fascismo iniziò la grande confusione. Si pensò all'inizio di nominare il re capo delle forze armate (carica tenuta sempre da Mussolini). Decisione in contrasto con il proclama che Badoglio, nominato capo del governo, fece nello stesso giorno. 

“Italiani! Per ordine di Sua Maestà il Re e Imperatore assumo il Governo militare del Paese, con pieni poteri. La guerra continua. L'Italia, duramente colpita nelle sue provincie invase, nelle sue città distrutte, mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni. Si serrino le file attorno a Sua Maestà il Re e Imperatore, immagine vivente della Patria, esempio per tutti. La consegna ricevuta è chiara e precisa: sarà scrupolosamente eseguita, e chiunque si illuda di poterne intralciare il normale svolgimento, o tenti turbare l'ordine pubblico, sarà inesorabilmente colpito. Viva l'Italia. Viva il Re”. 
Questo proclama fu un grossolano errore che copriva un doppio gioco del governo Badoglio che aveva gia in progetto un segreto trattato con gli angloamericani per far uscire l'Italia dalla guerra. Ma il proclama diede spunto agli angloamericani, già sbarcati in Sicilia il 10 luglio, di bombardare varie città d'Italia, tra cui non fu risparmiata Milano. Solo il 3 settembre iniziarono le trattative segrete a Cassibile (Siracusa) per un armistizio, che secondo il governo Badoglio non doveva però comportare una resa senza condizioni agli alleati. E solo l'8 settembre fu dichiarata la fine della guerra condotta in alleanza con la Germania.     
«Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza» .  

Con questo proclama, di fatto, dopo trattative mal condotte dal generale Castellano a Cassibile a nome del capo del governo Badoglio, si dichiarava guerra alla Germania, come si deduce dall'ordine di reagire "ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza". Ed è evidente che qualsiasi altra provenienza non poteva essere che quella tedesca.  Si offriva così alla Germania il motivo di intervenire in Italia contro gli angloamericani, di cui il fantomatico governo Badoglio, con un esercito ormai allo sbando perché lasciato privo di ordini, si dichiarava alleato. Si poteva trovare un'altra soluzione che impedisse l'occupazione tedesca dell'Italia con tutti i successivi disastri di una guerra civile? Senza presunzione si può pensare che la tragedia successiva fosse evitabile. Le colpe maggiori sono da addebitare sia a quella nullità di re (una continua sciagura per l'Italia) sia allo stesso Mussolini. Ancor prima del 25 luglio vi furono da parte di alcuni fascisti (all'insaputa di Mussolini) dei tentativi di prendere accordi con Londra per per chiedere una soluzione pacifica per quanto riguardava l'Italia. Tra questi il sottosegretario agli esteri Bastianini che nel mese di febbraio del 1943 inutilmente cercò di fare arrivare a Londra il rappresentante della Banca Morgan, che non riescì però ad andare oltre Lisbona. Bastianini il 17 luglio (8 giorni prima del Gran Consiglio) espose al cardinale Maglione l'idea che poteva sembrare pazza ma che sarebbe stata la sola via di salvezza dell'Italia: Inghilterra e Stati Uniti non avrebbero dovuto pretendere che  Mussolini lasciasse il potere perché solo lui avrebbe potuto convincere Hitler a non invadere l'Italia anche se l'Italia avesse rinunciato a proseguire la guerra a fianco della Germania. Purtroppo Mussolini già il 19 luglio aveva avuto un incontro a Feltre con Hitler, che con il suo monologo non lasciò nemmeno spazio a Mussolini, che forse in quell'occasione si fece suggestionare da un Hitler che era ancora convinto di poter vincere la guerra in base ad una decantata arma segreta (la bomba atomica) che in realtà egli non possedeva perché era ancora in fase di studio. Tra il 25 luglio e l'8 settembre vi furono vari tentativi da parte italiana per giungere ad accordi con Inghilterra e Stati Uniti per far uscire l'Italia dalla guerra. Tentativi però rimasti infruttuosi perché si chiedeva al governo Badoglio la resa senza condizioni in quanto gli Alleati erano diffidenti a causa del fatto che ancora non era stata dichiarata ufficialmente la fine dell'alleanza con la  Germania. Fu dunque fatale il periodo tra il 25 luglio e l'8 settembre perché causò un ritardo che impedì una migliore uscita dell'Italia dalla guerra senza quelle conseguenze tragiche che vi furono dopo con la dichiarazione dell'Italia come Nazione sconfitta. Dichiarazione che nella sua gravità si sarebbe potuta impedire se il doppio gioco (nel timore di una reazione della Germania in Italia) non fosse stato portato avanti sino all'8 settembre. Tanto più che si aggiunse l'errore di tenere Mussolini in un finto stato di arresto portandolo in un albergo situato nel Gran Sasso, da dove il 12 settembre con una spericolata spedizione aerea ordinatada Hitler fu prelevato per portarlo in Germania.  Ciò fu la causa della disgrazia della Costituzione della Repubblica di Salò (R.S,I.) che indusse Inghilterra e Stati Uniti a considerare almeno metà dell'Italia come rimasta complice della Germania di Hitler. Ma si può dire che quel 12 settembre contribuì ad avvicinare la sconfitta della Germania, che dopo aver già perso molte divisioni ed armamenti in Africa e in Grecia per salvare il fascismo,  si preparava scriteriatamente ad impiegare un gran numero di divisioni in Italia sempre per salvare il fascismo. Mentre sul fronte russo, proprio negli stessi mesi in cui veniva costituita la R.S.I., i validi generali tedeschi richiedevano altre divisioni per portare avanti la controffensiva vittoriosa a Kursk dopo la sconfitta di Stalingrado. Ma queste divisioni non c'erano perché impegnate in Italia per contrastare l'avanzata degli angloamericani verso Roma e per difendere la costituita R.S.I. con il governo fantoccio di Mussolini. Un'Italia spaccata in due non poteva presentarsi come vittima del fascismo se ancora questo continuava ad esistere in tutta l'Italia del nord. Anche la Francia era spaccata in due con il governo filofascista  di Vichy, ma la Francia aveva subito la guerra come potenza sconfitta. Diverso era il caso dell'Italia che, certamente, per essere rimasta per metà fascista, dovette pagare la perdurante presenza di Mussolini. Che bene avrebbe fatto a rifiutare di essere "liberato" dal Gran Sasso per non dover costringere l'Italia a subire peggiori condizioni come Nazione sconfitta.  Gli angloamericani fecero pagare all'Italia il fatto di averli costretti ad un altro fronte di guerra che si sarebbero risparmiati se Mussolini fosse definitivamente uscito di scena dopo il 25 luglio. E quasi certamente sarebbe sopravvissuto alla fine della guerra consegnandosi agli americani. Nel clima di guerra fredda con l'Unione Sovietica instauratosi subito nel 1946 non è da escludere che soprattutto Churchill,  suo ex amico e ammiratore, l'avrebbe riciclato impiegandolo in un governo anticomunista in funzione antisovietica. Il suo più fidato sostenitore, Hitler, lo portò alla morte.                      

SETTEMBRE 1943. L`ESERCITO ALLO SBANDO - Rai Storia

www.raistoria.rai.it/articoli.../settembre-1943-lesercito-allo-sbando/39358/default.aspx
Dopo lo sbarco in Sicilia degli alleati e la caduta del fascismo il nuovo governo ... Mieli in “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda su Rai3 e su ...

4 commenti:

Alessio ha detto...

Professore, recentemente ho letto alcuni articoli di storici che ipotizzavano, senza alcuna prova evidente, che in realtà Churchill avesse dietro le quinte spinto l'Italia ad entrare in guerra, ma proprio perché astutamente egli aveva previsto che Hitler sarebbe stato costretto a distogliere dal fronte principale molte truppe per aiutare l'alleato italico, ed allora la vittoria nazista sarebbe stata quantomeno ritardata, l'Inghilterra avrebbe potuto studiare delle controffensive che altrimenti sarebbe stato difficile mettere in atto.
Churchill quindi avrebbe previsto che il fascismo poteva essere un grave impaccio per il nazismo nella conduzione della guerra. Lei che cosa ne pensa di questa tesi, le risulta qualche dichiarazione non ufficiale di Churchill in tal senso?

Pietro Melis ha detto...

vi sono più versioni riguardo ai rapporti tra Mussolini e Churchill che non possono essere verificate perché nulla si sa del famoso carteggio Mussolini- Churchill di cui ho scritto in un mio libro (Io non volevo nascere.Un mondo senza certezze e senza giustizia.Filosofi odierni alla berlina, p.214). Mussolini portava con sé tale carteggio e prima del tentativo di riparare in Svizzera in un camion di tedeschi dove fu riconosciuto e arrestato ebbe il tempo di farne 5 copie a Milano. Si dice che Churchill subito dopo la guerra venne sul lago di Como come pittore ma in realtà per recuperare il compromettente carteggio. Da cui risulterebbe che Churchill aveva indotto Mussolini ad entrare in guerra nel 1940 con promesse territoriali anche a spese della sconfitta Francia (tra cui la Corsica e terre dell'Africa) oltre alla Dalmazia perché credeva che ormai Hitler avesse vinto la guerra, prima dell'invasione della Russia nel 1941, del cui progetto Mussolini, sentitosi tradito, era rimasto all'oscuro. E quasi certamente Mussolini non avrebbe accettato di entrare in guerra se avesse saputo che era intenzione di Hitler sin dal 1939 di invadere la Russia (nonostante il patto, risultato fraudolento, di non aggressione all'Unione Sovietica nella cui trappola cadde Stalin). Solo Mussolini, secondo Churchill, avrebbe potuto moderare nel 1940 le condizioni di pace che avrebbe imposto Hitler, mentre infuriava la battaglia di Inghilterra. Pare che una copia del carteggio sia pervenuta nelle mani di Togliatti che la consegnò nelle mani di emissari di Churchill. Un'altra copia pervenne nelle mani di De Gasperi che l'avrebbe usata per moderare le richieste di Churchill dopo la guerra. Un'altra copia pervenne al Quirinale quando vi era ancora il re di maggio Umberto che la consegnò ad una persona fidata. E qui pare sia rimasta segretata. Scriva su Google: carteggio Churchill-Mussolini. Vedere inoltre cronologia.leonardo.it e controstoria.it. Solo una parte di tale carteggio si trova nell'Archivio storico di Stato (documenti-controstoria.it). Mi dica a quali articoli si riferisce e se siano rintracciabili su internet.

Unknown ha detto...

A mio parere nessuna soluzione avrebbe impedito ulteriori disgrazie e spargimenti di sangue. Ma è certo che il risultato finale ottenuto dal governo Badoglio fu di inviperire i tedeschi senza ottenere il rispetto degli alleati. Forse si sarebbe potuto avvisare i tedeschi che l'Italia era costretta ad uscire dalla guerra e fornire un lasciapassare alle loro truppe. Naturalmente Hitler non avrebbe accettato e quindi la parola sarebbe rimasta alle armi. Comunque questo ci avrebbe evitato la nomea di traditori. Lo so è un volo di fantasia antistorico.

Pietro Melis ha detto...

Io ho pensato ad una possibilità che va oltre il volo di fantasia antistorica. Che cosa sarebbe capitato se Mussolini - che sembra non avesse più alcuna volontà di proseguire con il fascismo perché non aveva più ambizioni politiche - non avesse accettato di essere "rapito" dal Gran Sasso per essere costretto a costituire la R.S.I.? Sarebbe stato considerato un traditore da Hitler? Già prima, nell'incontro del 19 luglio a Feltre con Hitler (prima della seduta del Gran Consiglio del 25 luglio)avesse detto a Hitler, guarda che l'Italia, ritirandosi dalla guerra ti fa un piacere perché non è in condizioni di sostenerla e dunque ti toglie una palla al piede, come avrebbe reagito Hitler? Avrebbe considerato l'Italia alleato traditore per colpa di Mussolini? Difficile. La colpa maggiore di ciò che è seguito all'8 settembre è di Mussolini, che ha portato l'Italia ad una guerra civile e ad aggravarne la condizione di nazione sconfitta. Hitler era talmente affezionato a Mussolini (considerato da lui un maestro) che credette di potere salvare il fascismo per salvare Mussolini, e non viceversa. Che utilità poteva infatti trarre dalla resistenza agli angloamericani in Italia e dalla costituzione della R.S.I. se per questo era costretto ad impiegare un gran numero di divisioni che avrebbe potuto impiegare sul fronte russo risparmiandosi il fronte di guerra in Italia?