mercoledì 5 settembre 2018

LIBERTA' DI ESSERE FASCISTI E ANTIFASCISTI

La falsa democrazia vuole impedire di dichiarasi fascisti. La democrazia per coerenza deve ammettere per coerenza il suo contrario. E infatti il fascismo andò al potere democraticamente. E' vero che prima vi furono atti di violenza delle squadre fasciste (come poi vi furono gli atti di violenza nazisti prima che Hitler andasse al potere).  Ma la storia è anche e soprattutto fatta di guerre, e perciò di violenze. Si dirà che vi sono violenze giuste (come guerre di liberazione e di indipendenza) e violenze ingiuste (di sopraffazione). Ma chi può giudicare ciò che è giusto è ciò che è ingiusto? Nella storia hanno avuto sempre ragione i vincitori. Se il fascismo e il nazismo avessero vinto la guerra vi sarebbe stata un'altra storia e la ragione avrebbe avuto un'altra giustizia. Come dunque poter cogliere una giustizia al di là di quella dei vincitori? Benedetto Croce, filosofo idealista, scrisse un libro intitolato Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di Hegel. Mi pare che bisognerebbe partire da questo titolo per dare una risposta alla domanda riguardante il luogo della giustizia al di sopra di quella dei vincitori. Voglio prescindere dal nazismo per non allungare troppo il discorso  e preferisco limitarmi al fascismo precisando però che il nazismo e il fascismo si rovinarono a vicenda e prego qualche storico di raccogliere la mia idea per un libro intitolato: Perché Hitler perse la guerra. Nazismo rovina del fascismo e fascismo rovina del nazismo.  Vedere la mia spiegazione nell'articolo di cui riporto sotto il titolo Ciò che è vivo e ciò che è morto del fascismo.         
La democrazia pretende di essere detentrice della giustizia ma contraddittoriamente pretende di eliminare politicamente, almeno nel senso di considerarli fuori legge, coloro che sono sostenitori di un passato fascismo che non potrà più tornare perché non si ripresenteranno mai le condizioni che favorirono dopo la prima guerra mondiale l'ascesa del fascismo. Dichiararsi oggi fascisti non può dunque significare identificarsi con tutto ciò che fu il fascismo nella teoria  e nella pratica. La Costituzione nelle disposizioni transitorie vieta la ricostituzione del partito fascista. Ma questa disposizione  non è mai rimasta transitoria.  
Per evitare che la democrazia cada in contraddizione impedendo manifestazioni che rimpiangono il fascismo esiste una sola scriminante: impedire che queste manifestazioni usino la violenza, che sarebbe controproducente. Di fatto sono gli antifascisti che sotto un certo verso sono i veri imitatori del fascismo (quello delle squadre fasciste prima che il fascismo andasse al potere): non vogliono concedere libertà di pensiero ai filofascisti imitando per questo i fascisti. Sono peggio dei fascisti perché si ammantano di valori democratici mentre sono i primi a calpestare la democrazia.        
Se un professore universitario di Storia del diritto Italiano è stato filofascista perché non doveva essere onorato ai suoi funerali da coloro che condividevano il suo pensiero? Questo professore avrà pur trovato qualcosa di buono nel fascismo. Per farla breve: che cosa può avere avuto di buono il fascismo? Io dico: la legislazione sociale, la migliore del mondo, come la giudicò Churchill, l'identità nazionale. Che cosa vi è da rigettare del fascismo? Tutto il resto. Cioè la sua alleanza con il nazismo e le cosiddette leggi razziali che in effetti furono leggi contro gli ebrei, in contraddizione con il fatto che Mussolini prima del 1938 non si professò mai contrario alla presenza degli ebrei (appena 50.000 in Italia), tanto più che solo una piccola parte di essi era, come oggi, di religione ebraica, cioè credente nelle stronzate dell'Antico Testamento. Paradossale il caso dell'ebrea Margherita Grassini (vedova dal 1924 del marito Sarfatti), che, donna di grande cultura, fu fascista e finanziatrice di Mussolini prima che andasse al potere, nonché collaboratrice come giornalista, biografa (nel libro Dux) e amante (ma non unica) per 20 anni di Mussolini, sino al 1936, quando fu sostituita da Claretta Petacci come prima amante. Nemmeno lei fu risparmiata dalle leggi razziali perché dovette espatriare in Argentina. Il fascismo, escludendo dalle scuole e dalle Università gli ebrei, che, pure, avevano partecipato da italiani alla prima guerra mondiale, si privò nel 1938 di grandi intelligenze laiche ebraiche, di autentici scienziati. Enrico Fermi preferì non tornare in Italia dopo avere ricevuto il Nobel per la fisica perché aveva sposato un'ebrea, che per legge non poteva più essere considerata italiana.  Ricordo qui i nomi degli scienziati ITALIANI di origine ebraica quali furono Levi Civita (che, professore di meccanica razionale, fornì ad Einstein il calcolo tensoriale per la teoria della relatività generale), Guido Castelnuovo (professore di geometria analitica), Federico Enriques (professore di matematiche superiori e geometria superiore), Vito Volterra (professore di fisica matematica).  Del famoso gruppo di giovani scienziati di via Panisperna, che diede inizio alle ricerche nucleari, che poi furono continuate negli Stati Uniti dopo l'arrivo di Enrico Fermi, facevano parte anche i fisici di origine ebraica Emilio Segrè e Bruno Pontecorvo. Tale gruppo si sciolse dopo le leggi razziali. Il fascismo si privò forse della possibilità di fare arrivare l'Italia per prima alla costruzione della bomba atomica. Di cui avrebbe usufruito anche il nazismo. Con la bomba atomica il nazifascismo avrebbe vinto la guerra. Dico ciò astenendomi dal dare un giudizio di valore. Ma è falso che la storia non si faccia con i se e con i ma. Esistono condizioni contingenti che inducono a pensare ad una storia diversa se si fossero presentate diverse condizioni esse pure contingenti.       
Ma la cosiddetta democrazia liberale di oggi ha distrutto tutto ciò che di buono face il fascismo. Perché gli antifascisti di oggi vogliono negare che Mussolini conservò sempre la sua anima di socialista (fu da giovane direttore del quotidiano socialista Avanti!), e i liberali di oggi hanno demolito tutte le imprese di Stato facendo arricchire i capitali privati. Hanno svenduto l'Italia (e la moneta) alla dittatura della falsa Unione Europea.  
Per non ripetermi  rinvio a quanto ho già scritto sull'argomento. 

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4 commenti:

Aizen ha detto...

il fascismo non fece NULLA di buono, si informi

Pietro Melis ha detto...

Lei è uno dei pochi fanatici professionisti dell'antifascismo che non hanno cervello per capire la storia e vorrebbero abolire la libertà di pensiero. Infatti non ha capito nemmeno ciò che ho scritto. Si informi lei che è il bue che dice cornuto all'asino.

Unknown ha detto...

Non posso che sottoscrivere le sue parole.

Alessio ha detto...

E' importante sottolineare inoltre che Mussolini in un discorso del 1934, commentando l'avvento del nazismo, irrideva alle teorie razziste d'Oltralpe riguardanti l'esistenza di una presunta razza nordica superiore, bollandole come false e barbariche. Fu quando Hitler decise di annettere l'Austria al Reich. L'ideologia fascista in realtà era molto diversa dal nazismo proprio per i principi fondanti, perché per il fascismo il valore a cui la persona doveva sottomettersi era lo Stato, artefice di ciò che era giusto e sbagliato e a cui era necessario prestare assoluta fede. Invece per il nazismo il valore dell'individuo era commisurato dall'appartenenza alla RAZZA, si poteva essere anche cittadini assolutamente obbedienti, ma se si era ebrei si era automaticamente inferiori e nemici della Germania.