martedì 11 gennaio 2022

O MATTARELLA PER UN ANNO O BERLUSCONI PER BASTONARE I GIUDICI

Mattarella per un altro anno per evitare che la falsa maggioranza dell'attuale parlamento elegga il nuovo capo dello Stato prima delle elezioni politiche del 2023 quando sparirà l'anomalia dei 5S e non comanderà più il PD. In alternativa Berlusconi, che, diventando capo dello Stato e perciò presidente del CSM (Corporazione di Stampo Mafioso) potrebbe riformare la giustizia con una riforma che sempre gli fu impedita dai suoi alleati di governo. Questa casta che non paga mai nemmeno per le sentenze più pazzesche (in civile e in penale) finirebbe di sentirsi al di sopra della legge in quanto immune da qualsiasi colpa come lo è invece un comune cittadino. Hanno prevaricato dominando la politica nonostante debbano tenersi lontani da essa. Sono divisi in correnti ridicole anche nelle loro denominazioni. "Magistratura democratica" (come se vi potesse esistere una magistratura antidemocratica), "magistratura indipendente", ancora più ridicola perché lascia intendere che vi possa essere una magistratura dipendente (da che cosa?), "Unità per la Costituzione", come se potessero esistere magistrati uniti contro la Costituzione. Se non si rendono conto nemmeno di questo ridicolo che cosa di buono vi è da aspettarsi in fatto di capacità di ragionare? Nella stessa Cassazione vi è una babele di diverse interpretazioni in merito ad uno stesso argomento. A questo punto deve intervenire la Cassazione a Sezioni Unite per porre fine ai diverbi tra diverse ed opposte interpretazioni della legge. Ma non è detto che la sentenza che ne esce sia la migliore. Purtroppo tutto ciò è dovuto, soprattutto nel civile, anche dalla genericità di molti articoli di legge che dà adito a diverse interpretazioni che non dovrebbero esistere se la legge, con gli articoli dei Codici di origine fascista ma stesi anche da giuristi non fascisti come Carnelutti e Calamandrei chiamati dal fascismo a redigere i Codici, fosse chiara e precisa. Una vera riforma dei Codici e della struttura che governa l'operato dei magistrati e la loro carriera, che escludono concorsi per essere ammessi ad un grado superiore, mentre gli esami che debbono sostenere ogni 4 anni sono una buffonata con il 100% di promossi nell'assenza di giuristi in commissione e con un avvocato che non ha diritto di voto facendo solo presenza, richiede una Commissione di giuristi che giudichi il loro operato sulla base delle loro sentenze riformate. Tra pochi giorni andrà in pensione un giudice che per tutta la vita è stato giudice in tribunale. Ma andrà in pensione in base ai suoi anni di anzianità come giudice del Tribunale, e perciò con la pensione equiparata a quella di consigliere di Cassazione. Per i giudici vale solo l'anzianità e non valgono le promozioni ad un grado superiore della magistratura. Fanno carriera senza alcun giudizio di merito. Costui fece nel 2009 una sentenza scriteriata in merito all'annosa vicenda del cinema Corallo che mi fu venduto illegittimamente pur essendo io socio di maggioranza al 66%. Il liquidatore fu richiesto da due fratelli farabutti che mi volevano costringere a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI mentre la società non aveva debiti e conseguiva pacificamente il suo oggetto sociale con l'affitto a terzi della sala cinematografica. Uno dei due è crepato nel 2003 per cancro al mediastino. Chi ha comprato, pur diffidato da me dal comprare perché vi era una causa in corso per revocare la nomina del liquidatore, che infatti fu estromesso perché la sua nomina fu dichiarata abnorme, è rimasto senza il miliardo e mezzo speso per l'acquisto del cinema (chiuso dal maggio del 1998) e senza il locale di cui conservo inutilmente il possesso in attesa che la Cassazione decida sulla mia domanda di nullità della vendita e di risarcimento dei danni. Nella sua illogicità questo giudice ha scritto che il liquidatore non era tenuto ad attendere la sentenza che mi avrebbe reintegrato nella carica di amministratore della società facendo così decadere l'unico motivo per cui due soci di minoranza avevano chiesto contra legem (art. 2272 Cod. Civ.) un liquidatore per sanare i loro debiti personali e non societari. Ebbene, questo giudice, Vincenzo Aquaro, ha avuto il coraggio di aggiungere che il liquidatore non era tenuto ad attendere la sentenza che avrebbe fatto decadere la nomina del liquidatore perché - - - UDITE ! UDITE!--- si sa che "le sentenze sono sempre imprevedibili" (sic). Ma se sono imprevedibili la sentenza poteva essere favorevole a me. Come di fatto lo fu. E così questo giudice con uno sragionamento totale convalidò la vendita illegittima (tale anche perché era stata dichiara "abnorme" dal presidente del Tribunale Antonio Porcella). Vendita, anzi svendita per me rovinosa, che non sarebbe avvenuta se questo giudice non fosse caduto in una frase cervellotica dicendo che le sentenze sono sempre aleatorie perché non prevedibili. Roba da matti. In Corte d'Appello ho trovato una giudice, Donatella Aru, che ha peggiorato le cose con una sentenza piena di contraddizioni giungendo a citare contro di me sentenze della Cassazione che invece sono favorevoli a me. Incredibile ma vero. Giudici simili dovrebbero essere sottoposti a visita psichiatrica, come disse molti anni fa Berlusconi. Dopo 23 anni sto ancora aspettando che la Cassazione con comodo fissi la data dell'udienza. Se questa è giustizia!                           

3 commenti:

Andrea Scalzi ha detto...

Guardi, sign.Melis, che il mondo non gira intorno ai fatti suoi, per quanto ingiusti e fastidiosi possano essere;un giudice ha emesso una sentenza assurda contro di lei e perciò non vede l'ora di vedere tutti i giudici "bastonati" da Berlusconi?
Peccato che Berlusconi "bastoni!" i giudici non quando sbagliano coi comuni cittadini, ma quando "osano" trattare lui da comune cittadino, applicando le leggi dello Stato alle sue malefatte e adoperando per questo tutti potentissimi mezzi che possiede:giornali, televisioni e parlamentari asserviti.
Berlusconi paladino della giustizia per i comuni cittadini?
Ma mi faccia il piacere.

Pietro Melis ha detto...

Lei ogni volta mi invia due volte lo stesso commento. Li ho lasciati tutti e due per ora per dimostrare che non sa fare un invio corretto. Poi ne cancellerò uno.
Ma mi faccia il piacere lei che evidentemente non ha avuto a che fare con questa categoria di individui arroganti e sragionanti. Se una vicenda sta durando da 23 anni vuol dire che la testa di questi individui è malata.Ma nel mio caso vi è di più perché il mio avvocato mi disse che a Cagliari vi era poco da sperare perché il liquidatore, curatore fallimentare e dunque stretto collaboratore dei giudici che passano per la direzione della Sezione fallimentare del Tribunale, è ammanigliato con i giudici che non hanno il coraggio di andare contro di lui. Perché altrimenti l'avrebbero rovinato economicamente per i danni che mi avrebbe dovuto pagare. Ha capito? Qui si tratta anche di collusione.

Pietro Melis ha detto...

In presenza di una domanda di risarcimento danni il giudice può fare un'unica sentenza oppure fare due sentenze: l'una riguarda l'AN DEBEATUR, cioè se (AN) la domanda sia fondata, e poi, se è fondata, con altra sentenza quantifica il danno. In Corte d'Apello ho trovato una giudice che ha GRAVEMENTE invertito il rapporto logico-giuridico tra an debeatur e quantum debeatur. Fatto rilevabile in Cassazione. Prima ha fatto una sentenza per quantificare il quantum (cioè la parcella del liquidatore) ponendo il carro di fronte ai buoi. Compromettendo così in partenza la domanda principale riguardante l'AN debeatur. E' evidente che questa donna è partita dall'idea che la parcella stratosferica del liquidatore (166 milioni di lire su un valore di (s)vendita di un miliardo e mezzo di lire) dovesse essere pagata e poi con l'AN debeatur della seconda sentenza ha cercato di aggiustare la giustificazione con motivazioni necessariamente contraddittorie. Si è trattato di una vendetta nei miei confronti perché avevo fatto a termini di legge un esposto al ministro della giustizia, al procuratore generale presso la Cassazione e per conoscenza al CSM perché fosse promossa una inchiesta sulla mia vicenda. Tutto inutile perché, come si suol dire, i corvi tra loro non si tolgono gli occhi. Magistratura anche corrotta.