martedì 9 agosto 2022

UNA GRAVE CONTRADDIZIONE DELLA COSTITUZIONE

L'art. 1 riconosce che il potere dello Stato ha fondamento sulla volontà del popolo italiano.  Essa dice testualmente: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. 

Ci si ricordi che la Costituzione non fu votata dal popolo italiano ma dagli eletti alla Costituente, che poi arbitrariamente approvò una Costituzione del tutto contraddittoria in molti articoli, e che per questo dovrebbe essere riscritta in essi.   
Per esempio, l'art. 11 della Costituzione dà allo Stato, non la possibilità, ma - e qui la sta la gravità - la volontà di adeguarsi ad una legislazione sovranazionale. Lo richiede infatti l'art.11 nella sua parte finale. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. 
Se la sovranità appartenesse veramente al popolo la Costituzione avrebbe dovuto prevedere la possibilità di cambiarla con un referendum propositivo, che invece viene negato al popolo con l'art. 75. Non solo. Lo stesso articolo nega la possibilità di un referendum negativo che riguardi i trattati internazionali. Per modificare la Costituzione bisogna passare sempre per il parlamento con una maggioranza dei 2/3 oppure con una maggioranza assoluta seguita da referendum confermativo. Dunque ci è stata imposta l'adesione all'UE e anche alla disgrazia del'euro con un trattato internazionale che ha violato "la sovranità che appartiene al popolo". Ma notare la contraddizione nello stesso articolo che aggiunge che tale sovranità deve essere esercitata nei limiti della Costituzione. E qui siamo al cane che gira intorno a se stesso cercando di mordersi la coda. Infatti la Costituzione non può essere modificata direttamentedal popolo dovendo sempre passare per il parlamento. L'art. 1 dovrebbe essere modificato scrivendo: "... che la esercita direttamente modificando la stessa Costituzione". Una Repubblica rappresentativa non è mai fondata sulla volontà popolare se non ammette un referendum propositivo e un referendum negativo anche sui trattati internazionali. Né posso evitare di ricordare l'art. 67 che vieta il vincolo di mandato. Esso  fu scritto e concepito da idioti con la scusa di garantire la libertà di espressone ai membri del parlamento pensando in questo modo di garantire la democrazia, ritenendo che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito a cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere (divieto di mandato imperativo). Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica. Non si tenne in conto che senza vincolo di mandato veniva gravemente tradita la volontà dell'elettore. Ma come? Uno vota per un certo canditato appartenente ad un certo partito approvando più o meno il suo programma e l'eletto tradisce la scelta dell'elettore passando ad altro partito. Non è ammissimile. Viene tradita la volontà popolare. Così ha insegnato Rousseau nel Contratto sociale. I costituenti, tra cui noti studiosi del diritto, vararono la Costituzione violando anche i principi della logica. Se non se ne accorsero furono anche degli incoscienti. Pertanto abbiamo una vecchia Costituzione approvata da una massa di incoscienti o di idioti.      


 

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