lunedì 9 gennaio 2012

BENEDETTO XVI: UN PAPA ANTIEVENGALICO CONTRO L'ABORTO

Sta scritto nei Vangeli che il bene deve essere fatto nel privato e individualmente per avere meriti di fronte a Dio (Quando fate del bene non suonate la tromba in pubblico come fanno gli ipocriti. Non sappia la tua mano sinistra ciò che fa la destra) . Dal momento in cui vi è una legge che impone di fare il bene questo non ha più meriti di fronte a Dio. Innanzi tutto nei Vangeli non si parla di aborto. Ma supponiamo che sia peccato. Dal momento in cui una legge vietasse l'aborto chi non abortisse non avrebbe alcun merito di fronte al Dio in cui crede questo scriteriato papa.
Non basta. Il suo predecessore Giovanni Paolo II scrisse (Evangelium vitae), rivolgendosi alle donne che avevano abortito, che "i loro mancati figli erano stati accolti nella gloria di Dio". E allora perché non riconoscere che l'aborto è una fabbrica di anime beate? Proprio non lo capisco. S. Agostino scrisse che l'anima immortale appariva al terzo mese di gravidanza. S. Tomaso scrisse che appariva alla nascita. Come potessero sapere ciò è un mistero. Erano forse in comunicazione con Dio? Allora ebbero comuncazioni diverse. Oggi la Chiesa ritiene che l'anima immortale appaia nel momento in cui lo spermatozoo si unisce con l'ovulo. Una terza comunicazione diversa?
Ma quale credibilità può avere la Chiesa se deve mettersi d'accordo con se stessa? Tutto ciò sa solo di ridicolo.
Io avrei preferito che mia madre mi avesse abortito.Mi sarei risparmiato la condanna a morte (che tocca a tutti) e sarei da tanto tempo un'anima beata invece di stare sulla Terra a dover sopportare l'attesa dell'esecuzione della condanna. Ma va' a farlo capire a questo coglione di papa, che non si rende nemmeno conto delle conseguenze contraddittorie di ciò che dice. E deve smetterla di rompere i coglioni interferendo nella politica. Se vuole (questo è un suo diritto) si rivolga agli individui e alle loro coscienze per essere evangelico. "Il mio Regno non è di questo mondo" disse Gesù. Ognuno deve essere libero di dannarsi l'anima come vuole nei limiti del rispetto della legge terrena e non di quella divina. Tutto parte dal falso presupposto che "la vita è un dono". E il papa aggiunge "dono divino". Ma non si capisce come possa essere accettata questa grande stronzata linguistica (Harry G. Frankfurt, Stronzate, Rizzoli 2005). Le stronzate sono frasi prive di senso. Non si può donare la vita perché manca il ricevente. E' forse uno dei 200-300 milioni di spermatozoi di una sola eiaculazione? Nessuno ha chiesto di nascere. Si nasce per sbaglio o per istinto animale dei genitori, a cui si aggiungono la paura della solitudine e l'illusione di avere delle responsabilità nella vita (nei riguardi dei figli) per sottrarsi in questo modo al sentimento oscuro del non senso della vita.

Il Papa contro aborto e coppie di fatto: minacciano la dignità

Durante il discorso al Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano, Benedetto XVI ha difeso la famiglia, "cellula fondamentale di ogni società" e ha criticato le "misure legislative che favoriscono l'aborto"

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"Le politiche lesive della famiglia minacciano la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità". A dirlo è Benedetto XVI, che difende "la famiglia fondata sul matrimonio di un uomo con una donna" ed esprime preoccupazione nei confronti delle "misure legislative che non solo permettono, ma talvolta addirittura favoriscono l’aborto, per motivi di convenienza o per ragioni mediche discutibili".

Benedetto XVI
Benedetto XVI
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Durante il discorso al Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano, il Papa ha denunciato poi che "nel mondo occidentale ci sono leggi che si oppongono all’educazione dei giovani e di conseguenza al futuro dell’umanità". Insomma, ancora una volta, il Pontefice, davanti ai 180 ambasciatori riuniti nella Sala Regia, ha ribadito come "la famiglia sia la cellula fondamentale di ogni società e non una semplice convenzione sociale".

Secondo Ratzinger, "occorrono politiche che lo valorizzino e aiutino così la coesione sociale e il dialogo". In questo contesto, Benedetto XVI ha ricordato "con soddisfazione" come una espressione di "apertura alla vita", la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che "vieta di brevettare i processi relativi alle cellule staminali embrionali umane, come pure la Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che condanna la selezione prenatale in funzione del sesso".

Per quanto riguarda l'istruzione, il Papa ha ricordato come "la Chiesa Cattolica è sempre stata particolarmente attiva nel campo delle istituzioni scolastiche ed accademiche, con un’opera apprezzata che si colloca accanto a quella delle istituzioni statali" e per questo ha sperato che "tale contributo sia riconosciuto e valorizzato anche dalle legislazioni nazionali".

Il Papa ha invitato inoltre a non dimenticare le "gravi calamità naturali che, nel 2011, hanno colpito varie zone del Sud-Est asiatico, e i disastri ambientali come quello della centrale nucleare di Fukushima in Giappone", perché "la salvaguardia dell’ambiente, la sinergia tra la lotta contro la povertà e quella contro i cambiamenti climatici costituiscono ambiti rilevanti per la promozione dello sviluppo umano integrale".

Sul rapporto con lo Stato, Benedetto XVI ha espresso l'auspicio che "l'Italia continui a promuovere un rapporto equilibrato fra Chiesa e Stato e in tal modo possa essere da esempio anche per altri Paesi. Le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato italiano hanno attraversato momenti difficili dopo l'unificazione. Nel tempo, però, hanno prevalso la concordia e la reciproca volontà di cooperare, ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune".

Il Pontefice, che riceverà il 14 gennaio il presidente del Consiglio Monti, ha fatto anche un accenno alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha ammesso la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, definendola uno dei segni incoraggianti a favore della libertà religiosa che si sono registrati nel corso dell’ultimo anno". Non poteva infine mancare un pensiero ai cristiani uccisi in Nigeria e non solo e privati della libertà religiosa.




4 commenti:

Debora ha detto...

Il "sentimento oscuro del non senso della vita"..Queste parole sono l'esatta espressione di ciò che provo, ma qual è il passo da questo sentimento all'azione? Mi spiego meglio: Lei, professore sente queste parole, le vive, ma cosa L'ha spinta ad andare oltre il nichilismo e a scegliere di agire e arrivare dove è arrivato? Perché non lasciarsi andare nel nulla?

Pietro Melis ha detto...

(1) Cara Debora
mi domanda come abbia fatto a giungere sino ad oggi nel mio nichilismo, che io chiamerei piuttosto presa d'atto dela realtà. Tutti i miei studi (soprattutto di cosmologia e di evoluzione biologica (fondate sulla incidenza determinante della casualità) portano a congiurare contro un disegno intelligente della natura.Quando si è giovani si è distratti dalla necessità di programmare la vita. Io sono stato fortunato perché hoincominciato a insegnare come assistente a 23 anni storia della filosofia. Mi sono distratto e goduto la vita come hopotuto anche con le donne, la mia maggiore distrazione (e per questo coerentemente non mi sono sposato e non ho voluto figli). Inoltre il vivere tra i giovani anche sino a due anni fa mi serviva a distrarmi nell'insegnamento universitario. Ora che sono in pensione non ho più l'ambiente che mi distraeva nell'illusione di servire a qualcosa trasmettendo agli studenti il mio sapere. Mi divertivo a demolire tutte le concezioni morali antropocentriche. Rimanevano choccati perché si sentivano franare addosso le loro certezze. E quando non si è più giovani viene a mancare una proggrammazione della vita. Subentra un sentimento di compiutezza della vita e della sua fine. Per salvarmi dalla disperazione scrivo. E sono finalmente libero di scrivere ciò che voglio senza dovere rispettare le norme rigide di una ricerca accademica con scritti che si rivolgono solo a pochi specialisti e che rimangono nell'anonimato. Non è che con questo sia diventato famoso. Ma almeno scrivo liberamente. L'anno scorso è uscito IO NON VOLEVO NASCERE (autobiografico dalla fanciullezza ad oggi oltre che scientifico e filosofico).Tra gennaio e febbraio uscirà Addio a Dio (sottotitolo: Dialogo con Dio chiedente perdono.Beati coloro che non credono in Dio se...Essi saranno i primi nel regno dei Cieli".Conclusione tratta da una lettura nuova, esoterica, che mette in luce i significati, rimasti prima nascosti, delle Epistole di S. Paolo e dei Vangeli. E poi seguirà, finalmente con un grande editore "E giustizia infine fu fatta. Sette giudici uccisi in sette giorni". In questo libro ho unito la parte saggistica con un racconto thriller inventato. E la più forte condanna del sistema giudiziario e della giustizia civile in Italia in relazione ad una mia vicenda giudiziaria civile allucinante che sta durando da 15 anni e che dovrebbe concludersi in Corte d'Appello alla fine di quest'anno. I giudici ammazzati sono quelli per cui sono passato sinora, pazzi o collusi, e i cui nomi e cognomi si trovano già nel precedente libro IO NON VOLEVO NASCERE (457 pagine). Ecco, io vivo unicamente per odiare un'umanità crudele, tutte le sue ipocrisie, tutte le ingiustizie, per lasciare un messaggio.

Pietro Melis ha detto...

(2) A Debora
Mi addolora che vi siano scrittori di successo immeritatamente noti se non famosi che sono privi di pensiero. L'editoria è un mercato spietato, dove hanno un successo, che resterà effimero, scrittori che farebbero bene a fare un altro mestiere. O si è all'altezza, per esempio, del grande Dostoesvkij (con tutta la sua problematica della lotta tra il bene e il male, con tutti i suoi interrogativi sull'esistenza)oppure si scrivono libri di evasione. Lei mi domanda infine: perché non lasciarsi andare al nulla? Ma è semplice. Nella mia animalità ho l'istinto della sopravvivenza che riesce a vincere il non senso della vita. I suicidi capitano quando questo istinto subisce un corto circuito derivante da cause esterne o interne non ulteriormente superabili. Ma proprio chi, come me, ha terrore del nulla, e maledice l'essere nato, cerca di rinviare nel tempo il ritorno nel nulla. E ora non si scandalizzi per ciò che sto per dire. Conosco persone serie che hanno partecipato negli anni 70-80 a sedute "spiritiche" e che poi le hanno abbandonate avendo la certezza acquisita che esistano fenomeni OGGETTIVI che non possono spiegarsi con le leggi fisiche. Il paranormale mi ha sempre affascinato nelle letture, pur non avendolo praticato. Forse è l'unica via d'accesso per sapere se vi sia qualcosa oltre la vita. Ma questo qualcosa non può essere in contrasto con la conoscenza scientifica. Infatti la questione è la seguente: data l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita non posso ammettere che vi sia un'immortalità della sola natura umana. D'altronde una vita ultraterrena in cui vi fossero soltanto anime umane mi sarebbe insopportabile. Sarebbe assai povera rispetto a quella terrena. E sarebbe un'ingiustiza per gli unici veri innocenti della Terra che sono gli animali non umani (io sono vegetariano dall'età di 10 anni). Che me ne farei di una vita ultraterrena in cui non potessi rivedere i miei unici grandi affetti che sono stati i cani e i gatti (e chi se ne frega de genitori!). Nel 2009 ho perso per insufficienza renale il mio amato Billo (un cane di 12anni ) e il 24 giugno a soli sette anni (per leucemia felina) la mia adorata gatta Bianchina. Sento sempre la loro mancanza. Sono nato male dando tanta importanza a ciò sapendo di tutte le disgrazie che capitano agli uomini ogni giorno? Forse sono nato male. Ma sono nato così e non posso farci niente. Se vuole mi scriva al mio indirizzo email.

Debora ha detto...

Professore
trovo sia importante sapere che la distrazione possa essere un buon surrogato della voglia/gioia di vivere; il fatto è che anche le distrazioni annoiano prima o poi, soprattutto se si ha a che fare con un mondo superficiale di cui non ci importa.
Io preferisco stare sola piuttosto che dover subire certe persone e i loro discorsi, fase questa che dura ormai da qualche anno.
Lei dice bene, non tutti sono all’altezza di scrivere e di creare qualcosa che valga la pena essere creata, ma anche da questo si comprende la differenza tra la massa, che sembra condividere un unico piccolo cervello, e l’individuo, che pensa e agisce in autonomia scegliendo scritti, cose e persone reputati interessanti. Sono davvero curiosa di leggere il libro “Addio a Dio” in quanto il simbolismo esoterico è il passo successivo agli studi di esegesi biblica da Lei affrontati in “Scontro tra cultura e metacultura scientifica: l’occidente e il diritto naturale”. È la comprensione che serve alla conoscenza per essere reale e sentita dentro, ed è vero che l’uomo ha tanti difetti, ma questa comprensione è una piccola luce nell’oscurità; è ciò che ci infiamma per andare avanti.
Il nulla, di cui dice di avere terrore, è da considerare come dissoluzione della materia (noi non siamo il nostro corpo) e come esperienza della nostra coscienza che ha bisogno di sperimentare la sensazione della fine. Il nulla mi fa pensare alla pace e al sonno, Lei non trova un po’ di conforto nelle parole di Lucrezio riguardo la morte? Mi hanno sempre fatto pensare…
Se dovesse esistere una vita ultraterrena sarebbe popolata dagli animali che con amore e dedizione disinteressata ci hanno accompagnati nelle nostre vite, è vero che la natura è malvagia, ma se l’essenza umana dovesse sopravvivere al corpo perché non dovrebbe quella animale? Non potrebbe essere invece che gli animali vivano dopo la morte mentre noi animali umani ci disgreghiamo solamente?