sabato 28 gennaio 2012

CHI PAGA ILCANONE RAI E' IMBECILLE. REGALA SOLDI AI RICCHI

In tempi di maggiore povertà si deve assistere a questi schiaffi alla miseria. Taglio alla spesa pubblica: questo è lo slogan che si sente dire. E poi la furbizia della Rai che, per indurre a pagare il canone, ora si è inventata la trasformazione del canone in una tassa. Ma scherziamo? Il canone non può essere una tassa. Le tasse si pagano sul reddito per avere dei servizi pubblici necessari, non per pagare i parassiti della società. Non ce l'ho tanto con Celentano (ma anche con lui, che in fondo è un parassita della società, che può farne benissimo a meno, mentre non può fare a meno dei netturbini, per esempio). Ce l'ho con la Rai che gli regala 300.000 euro a trasmissione per quel carrozzone schifoso di Sanremo. Uno schiaffo alla miseria, ai disoccupati, a chi fa fatica a vivere con un magro stipendio, ai precariati, etc. Ma forse la colpa è anche di quelli che ascoltano Sanremo invece di ascoltare altre trasmissioni. Perché i calciatori, altri parassiti della società, di cui si potrebbe fare a meno, guadagnano tanto? Perché vi sono gli stronzi che vanno a vedere le partite o danno soldi a Sky per vederle al televisore. E allora poi non si lamenti chi fa fatica a tirare fino alla fine del mese se regala soldi al parassita Celentano e a tutti i parassiti del mondo effimero dello spettacolo senza arte. Rai diseducativa con programmi schifosi,di intrattenimento, di isola dei famosi (in che cazzo sono famosi?), che, mettendosi in competizione con le TV commerciali, ha abbassato ancor di più il suo livello. Rai infarcita della spazzatura di fictions, che un tempo venivano chiamati sceneggiati, e di ben altro livello. Fictions che certamente non passeranno alla storia del cinema. Non esistono più grandi attori come Gassman, Mastroianni, Sordi, etc. Esistono figure prive di spessore artistico. Bisogna accontentare i gusti più bassi, il mondo delle canzonette per chi si annoierebbe a morte ascoltando BACH, BEETHOVEN, BRAHMS, WAGNER, Infatti alla Rai manca la musica vera, che è quella seria, impropriamente detta classica perché la musica classica (che si chiude con Beethoven) è quella che cronologicamente sta tra la musica barocca (che si chiude con Bach) e quella romantica. Ma guai ad annoiare coloro che preferiscono Celentano a Bach. Cadrebbe l'indice di ascolto (che ora per esterofilia viene chiamato share). E allora siano questi a pagare il canone.Io non voglio dare soldi ai parassiti della società,che fanno parte di un mondo che immeritatamente e impropriamente viene definito artistico.

FESTIVAL

Celentano a Sanremo, è fatta

Dopo le polemiche, finalmente raggiunto l'accordo con la Rai: interventi a ruota libera e 300.000 euro a puntata

FESTIVAL

Celentano a Sanremo, è fatta

Dopo le polemiche, finalmente raggiunto l'accordo con la Rai: interventi a ruota libera e 300.000 euro a puntata

Adriano Celentano: al Festival ci sarà Adriano Celentano: al Festival ci sarà
MILANO - Celentano sì, Celentano no. Il clamoroso ritorno del Molleggiato a Sanremo era stato annunciato già a dicembre. Mano libera, interventi a piacimento per tutto il corso del Festival, dietro congruo compenso ovviamente. Proprio su questa libertà assoluta di dir quel che gli andava, sembrava si stesse incagliando la partecipazione di Adriano. Con il cantante che se la prendeva con il direttore della kermesse Gianmarco Mazzi. Il quale a sua volta scaricava sul direttore generale della Rai Lorenza Lei il raffreddamento nei confronti di Celentano.

CONTRATTO FIRMATO - Ebbene, dopo tanta maretta, il caso è chiuso. Il contratto sarebbe stato finalmente firmato. E nella direzione in cui voleva Celentano. Che potrà dunque parlare a ruota libera, sempre nel rispetto della legge e del codice etico della Rai. Senza peraltro essere interrotto da qualsivoglia pubblicità, almeno per quanto concernerà il primo intervento. Il tutto per 300.000 euro a puntata: per un totale che non dovrebbe superare le 750.000 complessive.

Matteo Cruccu
twitter/ilcruccu
27 gennaio 2012 | 16:52

3 commenti:

Sergio ha detto...

Cifre davvero scandalose se si pensa a quanto prende un pensionato dopo una vita di vero lavoro (quello di Celentano non si può chiamare lavoro) o un Mimì metallurgico. Il bello è che poi questo deficiente fa pure il moralista: fa l'ecologista, vuole salvare la natura, eterno ragazzo della via Gluck. E ci propina perfino un po' di cristianesimo, perché il ragazzo della via Gluck crede in Gesù bambino (da giovane compose persino una canzonaccia dal titolo "Chi era lui" - lui era Gesù!).
Davvero non c'è più religione! Siamo sballottati tra mafiosi, criminali vari e semideficienti - e preti, onnipresenti.

Anonimo ha detto...

Sono semplicemente schifato con la RAI e con Celentano, il solito arruffa popolo pro domo sua.

Anonimo ha detto...

In risposta al primo post del prof.Melis, il quale giustamente sottolinea l'assenza di musica vera (Brahms, Beethoven) al Festival di Sanremo e la continua proposta di musica commerciale, vorrei far notare che Celentano si serve proprio della musica colta per le sue canzoni. Uno schiaffo ulteriore ai musicisti, quelli veri, che assistono al furto non solo dal canone Rai, ma anche da Chopin. Da confrontare...
Canzone cantata da Celentano copiata dall'impianto armonico di Chopin:
http://www.youtube.com/​watch?v=ynf3T93bHbI
ed il Preludio di Chopin:
http://www.youtube.com/​watch?v=YaNSCYexQh0