lunedì 26 agosto 2013

IL PD (PARTITO della DISGRAZIA) VUOLE LA BOTTE PIENA E LA MOGLIE UBRIACA . TUTTI DEFICIENTI

Il PARTITO della DISGRAZIA (PD) non è mai riuscito a far fuori Berlusconi politicamente e da vent'anni cercava di farlo fuori giudiziariamente. Ripeto per l'ennesima volta che ho cessato di votare dal 1993. E non voterò più perché ormai tutti i partiti mi fanno schifo.Sono tutti colpevoli, innanzi tutto, di non avere sottoposto a referendum l'ingresso dell'Italia in quella disgrazia che è l'Unione Europea e di avere espropriato l'Italia anche della sovranità monetaria. Stavano meglio tutti con la lira. Soprattutto i lavoratori dipendenti (come il sottoscritto), che si sono visti ridurre lo stipendio a causa dell'aumento di tutti i prezzi, che era del tutto prevedibile con la maggiore disgrazia dell'euro. Vi ricordate di quando ancora negli anni '90 si poteva  fare l'elemosina con 100 lire? Ora per non farsi parlar male da chi la chiede bisogna sborsare almeno 50 centesimi, se non un un euro. Ma 50 centesimi equivalgono in difetto a mille lire. Un fenomeno simile apparve nel 1861 con la cosiddetta unità d'Italia, quando la lira fu estesa all'ex  regno di Napoli, cioè a tutto il sud, che divenne più povero perché i prezzi, a cominciare da quello del grano, aumentarono per adeguarsi ai prezzi più alti del nord. Così pure con l'euro è aumentato il costo della vita perché i prezzi si sono portati verso i valori più alti degli Stati europei più ricchi. Ma la miopia politica ha causato questo disastro. Il maggiore colpevole fu quella faccia schifosa di Prodi, il mortadella, che cercò di convincere il popolo che bisognava entrare assolutamente in Europa come se fosse l'unica salvezza. E questo disgraziato ingresso non fu contrastato da Berlusconi. Anche lui dunque colpevole. Nemmeno lui chiese un referendum. 
Ciò premesso, bisogna tuttavia prendere atto che il PARTITO della DISGRAZIA vorrebbe ora la botte piena, cioè la salveza del governo Letta, e la moglie ubriaca, cioè far fuori Berlusconi con la sentenza della Cassazione. Che vi sia stata una persecuzione giudiziaria da parte di una casta di mafiosi quale oggi è quasi tutta la magistratura, questo non è da mettere in dubbio, checché di male (lo riconosco) si possa dire di Berlusconi. Il quale, cosa incomprensibile, votò anch'egli, con il partito di cui è padrone, la legge Severino che oggi viene usata controdi lui per farlo decadere da senatore. Ma evidentemente anche Berlusconi dimostra di essere un coglione se dice che la sua decadenza da senatore sarebbe anticostituzionale. La Costituzione all'art.68 dice:"Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene nessun membro del Parlamento può essere arrestato ...salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna". Dunque il Senato dovrebbe limitarsi a prendere atto della sentenza irrevocabile della Cassazione (nonostante abbia già scritto che questa sentenza è un'odiosa cagata pazzesca in quanto non si è mai dimostrato che Berlusconi fosse personalmente autore della asserita, quanto inesistente, frode fiscale, che in realtà sarebbe stata soltanto un'evasione fiscale, che non comporta la condanna al carcere). Cosa poi inspiegabile (ma spiegabile con la persecuzione giudiziaria) il fatto che l'amministratore della Mediaset  Confalonieri (che in tale veste avvrebbe dovuto essere considerato il maggiore responsabile) non sia stato nemmeno indagato. E poi come si giustifica una frode fiscale per soli 7 milioni e 700 mila euro a fronte di un pagamento di tasse per lo stesso anno di circa 700 milioni di euro? Bisogna essere proprio dei super coglioni ad avere interesse a frodare (melius: ad evadere) il fisco per la relativa piccolezza di 7 milioni di euro. 
Ma la legge Severino si rifà ad un altro articolo della Costituzione (art. 65), che dice: "Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità". L'articolo della Costituzione (che è tutta da riscrivere) è assai vago perché non specifica quali siano i casi di ineleggibilità e di incompatibilità. Li demanda alla legge. Dopo la sentenza scellerata della Cassazione il Senato dovrebbe dunque limitarsi a prendere atto della sopravvenuta causa di ineleggibilità di Berlusconi. E' su questo che punta il PARTITO della DISGRAZIA. Che dunque pare avere formalmente ragione. Ma non è così. La legge Severino, in ossequio all'art. 65 dice che il caso sopravvenuto di ineleggibilità sia la condanna ad un numero di anni di carcere superiore a due. Vi è innanzitutto da considerare che la condanna di Berlusconi a quattro anni ha goduto di tre anni di indulto. Pertanto è tutto da discutere se si debba tener conto dell'indulto o non, anche se si dice che l'indulto cancella la pena ma non il reato. Ma se valessero i quattri anni e non l'anno rimanente da scontare a che cosa servirebbe l'indulto nel caso di Berlusconi? Verrebbe in pratica aggirato e reso inefficiente. Ma il fatto più importante è un altro. La cagata pazzesca della sentenza della Cassazione (quando vi sarà finalmente un'Alta Corte di giustizia che, costituita da giuristi e non da giudici, ponga sotto processo i giudici quando facciano sentenze palesemente aberranti?) ha condannato Berlusconi all'interdizione dai pubblici uffici come pena accessoria. Orbene, ne consegue che Berlusconi, in quanto senatore, di tale interdizione se ne può fregare e che con la sentenza  della Cassazione ci si può pulire il culo, se la carta non è spessa. Infatti la Costituzione (art. 51) dice che "tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive". Da qui la chiara distinzione tra uffici pubblici e cariche elettive. Distinzione confermata dall'art. 97, in cui, con riferimento alla pubblica amministrazione, si dice che "i pubblici uffici sono organizzati secondo le disposizioni di legge".  Ma chi fa leggi? Il Parlamento, cioè coloro che ricoprono cariche elettive. Dunque un membro del parlamento non può essere considerato alla stregua di uno che ricopra pubblici uffici. E' possibile che si stia facendo una tempesta in un bicchier d'acqua? Sia da parte del PARTITO della DISGRAZIA che da parte dei deficienti del partito di Berlusconi che dichiarano anticostituzionale la decadenza di Berlusconi da senatore senza aver detto ancora perché sarebbe anticostituzionale. E' anticostituzionale perché Berlusconi non ricopre un pubblico ufficio. TUTTO QUI. Il resto è solo aria fritta. 
In ogni caso: il PARTITO della DISGRAZIA vuole liberarsi di Berlusconi? E allora ne subisca le conseguenze. Quali saranno?  Che si vada a nuove elezioni con il porcellum (anticostituzionale). Con la speranza fondata che il PARTITO della DISGRAZIA, per reazione popolare ad una evidente persecuzione giudiziaria, perda le elezioni (come mi auguro) e finalmente abbia la batosta che si merita. E l'autunno sarebbe il periodo migliore. Infatti il PARTITO della DISGRAZIA si trova in una condizione di caos totale. Vi è il rottamatore (o ex rottamatore) Matteo Renzi che ancora non ha detto che cosa voglia di preciso nel programma, nonostante aspiri a fare il presidente del consiglio. Ma per poter aspirare a tale carica dovrebbe riscuotere il consenso alle primarie (perché senza queste la sua candidatura a presidente del consiglio se la può solo sognare). Ma non vi sarebbe il tempo per farle se coincidessero con lo scioglimento del parlamento e indizione di nuove elezioni. Il PARTITO della DISGRAZIA dunque non ha interesse allo scioglimento dell'attuale parlamento in autunno perché ha bisogno di guadagnare tempo per stabilire quale sia il suo candidato alla presidenza del consiglio, essendo diviso al suo interno tra lotte tribali. Berlusconi sbaglia se continua a fare l'attendista. Il momento è per lui favorevole. Vi sarebbe il terzo incomodo dei grillini. Ma questi non possono sperare di ripetere il successo elettorale che hanno avuto perché hanno dimostrato di essere del tutto inefficienti. 
Ma può darsi anche che Berlusconi non subisca un voto a lui contrario ai primi di settembre. Infatti vi è da considerare che questo parlamento ha pochi mesi di vita alle spalle, e la maggior parte degli eletti sa di far parte della cosiddetta palude, cioè di coloro che in parlamento contano un cazzo e che rischierebbero di non venire ricandidati o di non venire rieletti in caso di rinnovata candidatura. Non venendo rieletti non potrebbero godere nemmeno di un minimo di pensione perché occorre per questo una durata di due anni e mezzo nella carica di parlamentare. Avendo perciò interesse a conservarsi la poltrona molti dello stesso PARTITO della DISGRAZIA nel segreto del voto avrebbero il conseguente interesse a votare contro la decadenza di Berlusconi da senatore. 
Ma io mi auguro che Berlusconi, pur ingiustamente, venga dichiarato decaduto da senatore. Le elezioni in autunno sarebbero una conseguenza necessaria. E quasi certamente vedrebbero una batosta del PARTITO della DISGRAZIA, pur non potendo Berlusconi candidarsi. Ma se Forza Italia vincesse il nuovo parlamento permetterebbe a Berlusconi di entrarvi, previa modifica della legge Severino, con la rinuncia (ben ripagata) di un eletto del suo partito ed elezioni suppletive nella circoscrizione elettorale in cui il deputato o senatore dimissionario fosse stato eletto. Alle prossime elezioni Berlusconi, pur non candidato, apparirebbe una vittima sacrificale dell'Istituzione più squalificata e più screditata che esista in Italia: quella mafiosa della magistratura, i cui componenti son tutti dei fuori legge perché continuano a sottrarsi al principio costituzionale secondo cui la legge è eguale per tutti. Essi, invece, non pagano mai di persona, nemmeno quando condannano degli individui dichiarati poi innocenti. Ci penserebbero cento volte prima di fare una sentenza (anche nel civile). Per questo è necessario istituire un'Alta Corte di giustizia che non sia costituita da giudici togati ma da giuristi o, meglio, da una giuria popolare e da giuristi (come negli Stati Uniti).    
Ma con il PARTITO della DISGRAZIA non vi sarà mai una riforma dell'ordinamento giudiziario. Bisogna intanto votare Sì al referendum che permette di introdurre la responsabilità civile dei giudici perché si ponga fine alla loro arroganza.  
   Leggere una delle tante escrescenze editoriali di Eugenio Scalfari, servo strapagato di De Benedetti suo padrone, che oltre al gruppo editoriale L'espresso (di cui fa parte il giornalaccio La Repubblica) voleva diventare padrone anche della Mondadori, non avendo mai perdonato a Berlusconi, già titolare delle azioni cedutegli da Leonardo Mondadori, di esserne diventato lui proprietario tramite un accordo con la famiglia Formenton, erede e proprietaria di gran parte delle azioni della Mondadori, tramite Mario Formenton, marito di Cristina Mondadori.   
EDITORIALE Silvio il raìs che porta al disastro il Paese di EUGENIO SCALFARI         
  

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