mercoledì 7 agosto 2013

PAZZIA PAZZIA IN CASSAZIONE. ESIBIZIONISMO DEI GIUDICI. BERLUSCONI CONDANNATO GIUSTAMENTE...MA PER SUA COGLIONAGGINE

Come si permette un giudice di rilasciare interviste ad un giornale o chiunque sia e per di più anche prima del deposito della sentenza? Il solito esibizionismo di questa gente che vuole mettersi in mostra per uscire dall'anonimato in cui altrimenti vivrebbero, non sopportando che il loro potere non abbia riflesso sulla notorietà. Qui debbo osservare come la legge sia carente nel disporre che una sentenza penale venga emessa nel suo dispositivo ancor prima che venga stesa la sentenza. Il processo non dovrebbe preporre la lettura del dispositivo ancor prima del deposito della sentenza. Anche perché durante la stesura della sentenza, da depositarsi entro due mesi dall'ultima udienza, potrebbero sorgere nuove considerazioni in quei due mesi che non erano sorte durante il dibattimento. Ma poiché la sentenza non può andare contro la lettura del dispositivo le nuove considerazioni non possono avere più alcun valore. Si froma uno sbarramento insuperabile.
Ciò premesso, è veramente cosa inaudita che uno venga condannato non perché abbia commesso un reato, ma perché sarebbe stato a conoscenza del reato. Con ciò si è ammesso che non sarebbe stato Berlusconi a commettere il reato di frode fiscale ma altri, che l'avrebbero poi informato. Ma nel processo non sono stati mai fatti i nomi di coloro che avrebbero informato Berlusconi del reato né i nomi di coloro che l'avrebbero commesso. Se fosse valido il principio che è colpevole chi è a conoscenza di un reato ma non lo denuncia allora mi pongo la domanda: è colpevole chi è a conoscenza del nome dell'assassino ma non denuncia l'assassino anche perché se lo denunciasse rischierebbe persino la vita? Si potrebbe obiettare che il caso di Berlusconi è diverso perché egli stesso avrebbe beneficiato dell'asserito reato (non dimostrato). E dunque indirettamente sarebbe stato complice. Ma l'obiezione non regge. Infatti mancano i nomi degli informatori e di coloro che avrebbero commesso il reato. In conclusione: gli autori del reato non sono stati incriminati e colui che non l'ha commesso è stato condannato. Ma perché? Per non avere fatto i nomi degli informatori? Se così fosse il capo d'accusa avrebbe dovuto essere diverso. Berlusconi è stato condannato come se fosse stato lui e non altri a commettere il reato di frode fiscale (7 milioni e 300.000 euro su 567 milioni di tasse pagate). Una simile sproporzione avrebbe dovuto far derubricare l'accusa da frode fiscale in quella di evasione fiscale, da risolversi civilmente di fronte ad una Commissione tributaria. Ma evidentemente non si avevano altre armi per far fuori giudiziariamente Berlusconi. E' da vent'anni che questa maledetta falsa sinistra (un vero sinistro) cercava di far fuori Berlusconi. Il quale da coglione ha votato con il PDL la legge Severino (dicembre 2012) suicidandosi politicamente con l'ammettere la decadenza dal mandato parlamentare di chi abbia riportato una condanna superiore ai due anni. A parte il fatto che una legge penale non può avere effetto retroattivo (art. 75 della Costituzione e art. 2 del Codice Penale). In questo caso il reato sarebbe stato commesso nel 2001 . Dunque mi domando come possa essere applicata a Berlusconi la condanna alla decadenza da senatore. E' veramente tutto un casino.  De Benedetti ha frodato il fisco per 225 milioni ma non è stato incriminato  perché certamente lui non sapeva. Erano altri che sapevano.
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L'intervista al magistrato:
la registrazione del Mattino
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