domenica 18 aprile 2021

HO SVOLTO ANCH'IO UN' ATTIVITA' INESSENZIALE?

Un paio di volte domandai agli studenti se fosse giusto che un netturbino prendesse uno stipendio assai inferiore rispetto al mio nonostante il suo lavoro fosse essenziale e il mio inessenziale perché si può vivere benissimo senza filosofia. L'unica spiegazione che seppi darmi è che io avrei potuto sostituire subito un netturbino mentre un netturbino non avrebbe potuto sostituire me come professore universitario di filosofia. La società promuove il lavoro specializzato mentre punisce quello non specializzato o che comunque non comporta un lungo lavoro di studio. Vi è tuttavia da considerare che alcuni grandi filosofi hanno indirizzato direttamente o indirettamente la politica. Tutto il Medievo è percorso dal pensiero platonico-aristotelico-tomistico della politica della Chiesa di Roma, la Controriforma fu fondata sul pensiero tomistico, il Rinascimento nacque dalla ripresa di autori classici, soprattutto di Platone, come nell'Accademia fiorentina di Marsilio Ficino, e la rivoluzione scientifica del '600 fu influenzata anche da filosofi matematici come Cartesio e Leibniz (in un periodo in cui gli scienziati erano anche filosofi, giacché lo stesso Newton nello scolio finale dei Principia matemathica philosophiae naturalis fondava la sua concezione dello spazio assoluto sulla presenza di Dio nel mondo. Rousseau indirettamente ebbe influsso sulla successiva rivoluzione francese e John Locke è considerato il padre del liberalismo. Inoltre i filosofi hanno spesso determinato quell'humus culturale che ha indirizzato anch'esso la politica e il costume sociale.  Ho detto tutto ciò perché un commentatore (di altro articolo) mi ha scritto: "Ciò mi ha fatto constatare che il mio mestiere di esperto di amministrazione e la sua professione di scrittore e professore di filosofia in realtà sono inessenziali. Questo mi suggerisce che il confine fra essenziale ed inessenziale sia molto flessibile e dipende da dove ciascuno pone l’asticella che lo marca...E se tutti studiassero, come lei sembra suggerire, chi si dovrebbe occupare di tutte le attività che non richiedono una laurea? Per esempio coltivare cavoli e patate? Perché tanto malcelato disprezzo per chi sceglie un’altra “professione”?

A queste osservazioni rispondo che ho sempre avuto ammirazione per i contadini, senza i quali non potremmo nemmeno mangiare. Non esiste lavoro più essenziale di quello dei contadini. Il loro lavoro è super essenziale, mentre il mio non lo era affatto. Ma se un contadino è di fatto un imprenditore proprietario di vasti terreni, e con dei dipendenti, certamente godrà, e giustamente, di un reddito superiore al mio anche se non ha la laurea, per lui del tutto inessenziale, tranne che sia anche un agronomo capace di studiare le varietà di specie che rendano un più alto reddito. Ma mentre il contadino svolge un lavoro essenziale il negoziante che sfrutta il lavoro sottopagato del contadino è uno sfruttatore del lavoro altrui. Che il negoziante sia un parassita rispetto al contadino si deduce dal fatto che il contadino potrebbe costituire una cooperativa con altri contadini e vendere i prodotti della terra direttamente, senza passare attraverso i maggiori sfruttatori che sono i grossisti, che poi vendono al dettaglio ai piccoli negozi o all'ingrosso alle grandi catene di distribuzione, con la conseguenza di una forte maggiorazione dei prezzi per gli acquirenti a beneficio degli sfruttatori. Sicuramente ancor più inessenziali rispetto ai negozianti sono i ristoranti e i bar. Nessuna comprensione e nessun ristoro per questi sfruttatori che appartengono all'ultimo anello della catena dello sfruttamento. Se sono stati costretti a chiudere si deve riconoscere ad essi solo l'esenzione da tasse come l'IMU, la tasi e la tari, come pure l'esenzione dal pagamento della bolletta della corrente elettrica senza distacco di essa (se naturalmente non viene usata).            
Parzialmente d'accordo con Sabina Guzzanti che se la prende con i ristoranti e i commercianti. Infatti si può fare benissimo a meno anche di lei.

4 giorni fa — Sabina Guzzanti attacca i commercianti vessati dalle chiusure sostenendo che molti di loro hanno "macchinoni e case". Il Primato Nazionale.
3 giorni fa — ... e Sabina Guzzanti . La Guzzanti ha postato un tweet in cui afferma che "buona p... ... Occupò l'ex cinema Palazzo, Sabina Guzzanti nei guai: chiesti 6 mesi. 15 aprile 2021 ... Salvini accelera su bar e ristoranti. Non siamo ...

    

2 commenti:

ambrogio negri ha detto...

Concordo totalmente sulla prima parte dell’articolo, anzi aggiungo che sia stato un bene la presenza di intellettuali a suggerire ed indirizzare l’evoluzione, ma dissento totalmente sulle sue conclusioni.
Personalmente, al contrario delle sue certezze nell’essere in grado di sostituire un contadino, sono sicuro che io non saprei farlo mentre lui, magari con qualche approssimazione, saprebbe far di conto.
La mia riflessione era orientata in modo più ampio, l’esempio del contadino era giusto un campione per indicare che nelle società ci sono tanti lavori che non richiedono titoli accademici. Me se vuole attaccarsi a questo esempio si deve rammentare che nelle società “essenziali” non esistono nemmeno i contadini, ma solo cacciatori e raccoglitori.
Dunque ripropongo la parte della riflessione che lei non ha riportato: “Siamo l’unica specie vivente che ha scelto volontariamente di vivere in modo totalmente artificiale creando e costruendo milioni di cose che ci appagano nei nostri desideri, pur non avendo alcuna essenzialità ma molta utilità.
Dunque perché negare ad altri, che amano cose individualmente inessenziali ma collettivamente accettate, di fruirne con tanto astio e livore?”
Concludo che io non sono contrario a nessun lavoro o professione, fintanto che altri che fruiscono della prestazione sono disposti ad assumersene l’onere relativo.
Cordiali saluti

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

d'accordo con entrambi. il problema è che in un'economia di mercato si guarda al pil. non alla funzione sociale che un' attività o un lavoro può avere. l'importante è sapere quanto la tua attività o lavoro rende in termini di pil. non importa se vendi fiammiferi, insegni all'università o produci automobili. sono fatti tuoi. l'importante è sapere quanto è il guadagno in termini di pil. anche un bambino capisce che tutto ciò è sbagliato. fece un bellissimo discorso sul pil robert kennedy e non a caso fu assassinato.