mercoledì 14 aprile 2021

PERCHE' SI PUO' VIVERE MEGLIO E IN SALUTE SENZA MANGIARE CARNE

Premetto che io non sono vegano ma vegetariano in quanto mangio due uova alla settimana e qualche pezzo di formaggio. Ma ho abolito il latte da parecchi anni. Sono diventato vegetariano all'età di 10 anni quando rimasi choccato vedendo dei buoi correre impazziti dopo essere riusciti a fuggire dal mattatoio che negli anni '50 si trovava in una strada centrale di Cagliari. Ho trascorso pertanto tutta l'età della crescita senza mangiare carne e giungendo ciò nonostante all'altezza di 1,80, praticando sport e lasciandomi andare, insaziabile, a godimenti incruenti di altra carne. La monogamia è contro natura, come dimostrato dal mondo animale. Per non turbare l'impostura di coloro che mangiano carne i mattatoi furono spostati fuori delle città. Ma scrisse Tolstoj (cacciatore pentito) che, se i macelli fossero palazzi di vetro al centro della città, la gente diverrebbe vegetariana. Io correggo Tolstoj dicendo: quasi tutta la gente diverrebbe vegetariana perché posta di fronte alla sua impostura. Le poche uova che mangio provengono da galline che vivono libere razzolando su terreni aperti godendo del sole. Riconosco che non basta il vegetarismo perché i pulcini maschi vengono sacrificati essendo inutili. I pulcini degli allevamenti industriali sono crudelmente triturati vivi. E che dire di tutti i mammiferi maschi che sono improduttivi perché non producono latte? Essi vivono pochi mesi sino all'ingrassamento per poi essere condotti al macello. Ma anche le femmine non hanno migliore sorte dopo essere state sfruttate a tal punto da non poter produrre più la stessa quantità di latte. Perciò coerenza vorrebbe che non si mangiassero più formaggi. L'unica soluzione coerente è dunque il veganesimo. E sono gli allevamenti (di morte) intensivi una delle principali cause del degrado ambientale. Nonché di molte epidemie a causa del contatto di questi animali con quelli selvatici. E il COVID è servito. Già Rousseau in una nota del Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini faceva notare come l'organismo umano dimostrasse la sua appartenenza ad un animale erbivoro, e per questo evidenziava la lunghezza enorme dell'intestino (che può arrivare a 12 metri, la dentatura ricca di forti molari, che, assenti nei carnivori, servono a triturare le erbe, il numero dei capezzoli, che negli erbivori sono due, mentre nei carnivori sono numerosi perché le femmine debbono allattare parti sempre plurigemellari. Nei carnivori l'intestino è assai corto perché le sostanze azotate ed altre sostanze tossiche che stazionano nelle feci debbono essere espulse quanto prima. Vi è da aggiungere alle precedenti osservazioni di Rousseau che, come osservò sempre Umberto Veronesi, i carnivori sono soggetti a tumori (come documentato dai cani e dai gatti) mentre ne sono sempre esenti gli animali erbivori.            

Lascio la parola al vegano Franco Libero Manco in difesa del veganesimo perché il lettore abbia almeno motivi di riflessione considerando i suoi stringenti argomenti, logicamente inconfutabili. 

AVA

COSCIENZA E CONOSCENZA

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VEGAN:  I DUBI E LE RISPOSTE (IN SINTESI)

DELLE DOMANDE PIU’ FREQUENTI

 

Franco Libero Manco

 

               “Non tutti possono essere vegan, vivere di soli alimenti vegetali”. Che è come dire che non tutti i cavalli possono mangiare erba, o che non tutte le automobili progettate per funzionare a benzina possono utilizzare questo carburante. L’alimentazione vegetale è quella prevista per noi umani da madre natura. L’organismo umano non è stato progettato per mangiare anche animali, altrimenti saremmo forniti degli strumenti anatomici necessari per procurarci questo alimento e metabolizzarlo senza subire i suoi effetti dannosi.

               “L’uomo è un animale onnivoro, ha sempre mangiato la carne”. La specie umana erroneamente si ritiene onnivora da quando per necessità di sopravvivenza, si è dovuta adattate a mangiare di tutto, ma è come se la mucca, per poter sopravvivere in periodi di carenza, si fosse abituata a mangiare anche erba non compatibile con il suo organismo.

               L’uomo non sempre ha mangiato la carne. Per millenni questo alimento è stato accessibile principalmente alle classi abbienti: il regime alimentare del popolo è stato quasi sempre vegetariano o al limite consumava la carne saltuariamente: era più conveniente assicurasi il consumo giornaliero delle uova delle galline, piuttosto che mangiarsi le galline; usufruire del latte della pecora o della mucca, piuttosto che consumare l’animale in pochi giorni. L’introduzione, anche se modesta dell’alimento carneo (circa il 25-30 %) nella dieta dell’uomo primitivo, portò ad un calo a picco della lunghezza della vita media e allo sviluppo delle malattie umane.

                “La dieta vegana è scompensata sotto il profilo nutrizionale”. Se questo fosse vero i vegani, quelli veri, dovrebbero  soffrire di patologie da carenza, invece godono di una salute migliore degli umani onnivori. La dieta totalmente vegetale e variata, composta da frutta e verdura, cereali integrali, legumi, radici, ortaggi, tuberi, semi oleaginosi ecc. è in grado di fornire, senza eccezione, tutti i nutrienti cui ha bisogno il nostro organismo, cioè proteine, grassi, zuccheri, minerali, vitamine, fibre, acqua.

               “Occorre mangiare carne perché contiene le proteine nobili”. E’ come proporre di mangiare la cicuta perché ricca di potassio, tacendo sugli altri suoi contenuti dannosi. Che una sostanza contenga tutti gli aminoacidi  necessari a formare le proteine non è affatto un beneficio. Attingere a diverse fonti è assai più vantaggioso, senza incorrere ai danni della carne. Da dove traggono gli aminoacidi essenziali gli animali più forti, più prolifici, più miti della terra come il cavallo, il bisonte, il rinoceronte, mangiando solo erba? Tutte le proteine di derivazione vegetale contengono i 9 aminoacidi essenziali, e se una proteina ne contiene una quantità limitata di uno o più aminoacidi, è sufficiente consumare gli alimenti vegetali ricchi di quell’aminoacido mancante.  In realtà l’accoppiata di due o più diversi alimenti (cereali e legumi) produce proteine di qualità migliori perché più assimilabili e più digeribili.

               “Se non mangi carne e pesce dove le prendi le proteine”? Dagli stessi alimenti da dove li traggono gli animali più forti conosciuti,  cioè dal mondo vegetale. Il rinnovo cellulare del nostro organismo ha bisogno di un quantitativo limitato di proteine: ne bastano 30-40 gr al dì, e se si considera che 100 gr di cerali o 100 di legumi forniscono circa 30 grammi di proteine è facile capire quanto sia facile non solo assicurarsi il quantitativo necessario ma superare il fabbisogno giornaliero causando problemi agli organi escretori e contribuendo all’acidificazione dei sistemi organici. E’ più opportuno preoccuparsi degli eccessi proteici che alla loro, estremamente rara, carenza. E’ stato ampiamente dimostrato da esperimenti:  meno proteine si introducono e più a lungo si vive.

               “I bambini hanno bisogno della carne”. Se la carne fa male agli adulti non può far bene ai bambini. Non c’è nessun nutriente nella carne che non sia presente nel mondo vegetale. Nel periodo di allattamento, in cui il bambino compie il suo massimo sviluppo corporeo e cerebrale, raddoppiando il suo peso in sei mesi, viene nutrito esclusivamente con il latte materno, che ha un quantitativo proteico di 0,9%. Dopo lo svezzamento far adottare al  bambino una dieta 20 volte più ricca di proteine, come quella della carne e dei prodotti di derivazione animale, è da irresponsabili perché si espone il bambino al rischio di malattie renali, al diabete, all’ipertensione.         

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