lunedì 19 luglio 2021

SOCIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE PER SALVARLE DALLA CHIUSURA

Fu programmata da Mussolini nella Repubblica sociale (notare il sociale) quando il 25 luglio del 1943 avvenne la fine del fascismo con il Gran Consiglio che mise in minoranza Mussolini. Fu allora che Mussolini, rimasto sostanzialmente socialista per la sua politica economica statalista, si liberò dai ceppi della borghesia che l'aveva mandato al potere per realizzare la socializzazione delle imprese quale era stata voluta da Nicola Bombacci, che da comunista si avvicinò al fascismo pur essendo stato prima cofondatore con Gramsci ed altri (tra cui Terracini) del Partito comunista d'Italia. Conobbe personalmente Lenin nel 1922 e tornò nell'Unione Sovietica quale rappresentante del Partito ai funerali di Lenin nel 1924. Partito dal quale fu espulso da Gramsci e dal altri esponenti del Partito comunista dopo il suo accostamento al fascismo. Bombacci aveva visto bene nel fascismo la realizzazione parziale di una politica statalista non in contrasto pertanto con il comunismo, essendo questo invece in contrasto con il liberismo economico. Ciò che Grasmsci non aveva capito. La socializzazione delle imprese significava il passaggio della loro proprietà agli stessi operai. Le imprese in questo modo producevano con minor costo perché la produzione cessava di essere finalizzata al profitto avendo come unico fine il guadagno degli operai divenuti padroni e non più dipendenti. I partigiani comunisti si vendicarono dell'adesione di Bombacci al fascismo e, ritenuto traditore, lo fucilarono proditoriamente a Dongo con alcuni gerarchi fascisti subito dopo l'uccisione di Mussolini. Morì gridando: "viva l'Italia, viva il socialismo". Fu appeso anch'egli a testa in giù in un distributore di benziana a Milano.             

Di questo dovrebbero tener conto gli operai che manifestano contro la chiusura dell'ILVA o i licenziamenti della Whirpool come tutti gli operai delle imprese a rischio di chiusura. Appropriandosi di esse ne diverrebbero padroni e le produzioni diverrebbero concorrenziali in campo internazionale perché avrebbero un minor costo essendo sottratte alla legge del profitto.

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3 commenti:

RIC ha detto...

il problema e' ben piu' ampio. il vero male e' la liberta' liberista di tutto il mondo capitalista. un momdo senza progetti se non quello della avidita' distruttrice dei popoli-

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

fino a qualche anno fa i soliti radical chic da salotto televisivo dicevano che l'operaio mirava a diventare imprenditore per poter godere dei lussi e degli agi che come operaio non poteva permettersi. personalmente non ho conosciuto un solo operaio che volesse diventare imprenditore per poter andare alle maldive ogni anno o poter guidare una ferrari. gli operai non sono stupidi e non amano il modello consumistico sfrenato che ci viene propinato tutti i giorni dai media perché hanno ancora una coscienza di classe e una cultura, nonostante il pd.

RIC ha detto...

marcorighi1979@gmail.com : oltre certi limiti ben definibili , l'imprenditoria privata e' la considerarsi una malattia da trattate con il TSO. Ai casi piu' disperati i lavori forzati sarebbero una cura efficace.