venerdì 29 agosto 2014

A PIERO ANGELA (SUPERQUARK@RAI.IT)

21 agosto 2014
Le dissi molti anni fa di smetterla di allungare troppo il programma con i soliti documentari sugli animali. Glielo dissi faccia a faccia quando (con il giusto rifiuto del preside prof. Alberto Pala di essere presente, perché giudicava immeritevole di una laurea honoris causa un espositore di idee e documentari altrui e non un ricercatore ) venne a Cagliari molti anni fa a prendersi una laurea honoris causa in Pedagogia, visto che non ne ha mai preso una vera nella sua vita. Lei mi rispose che li vuole la gente. Ma quale gente? Sono ripetitivi e non guardabili da parte di chi è stufo di vedere questa mal fatta natura con animali che si mangiano tra loro. Che vi è di scientifico nel vedere un leone che assale e uccide una zebra o una gazzella? Scene che mi hanno sempre costretto a cambiare canale. Documentari che non hanno alcunché di scientifico perché solo descrittivi di comportamenti (ridotti poi sadicamente al mangia tu ché poi ti mangio io). Per accarezzare gli istinti di crudeltà umani?
Esponga le scoperete scientifiche e abbrevi il programma perché troppo lungo, altrimenti prende alle palle. Se proprio non vuole rinunciare ai documentari sugli animali, li metta alla fine. Suo figlio Alberto è assai migliore di lei perché suo figlio fa ricerche sul campo descrivendo e spiegando sapientemente e con linguaggio chiaro la storia e i luoghi su cui si trova. Non fa interviste agli altri. Mentre lei, anche in passato, non ha fatto alcuna ricerca. Va solo alla ricerca di documentari altrui e fa interviste agli altri dallo studio. Non ci vuole un grande cervello per fare ciò. Lei è anche un analfabeta musicale perché si diletta a suonare solo jazz (nauseante per me, abituato alla grande musica). 

28 agosto 2014
Lei è un idiota scientifico quando parla delle conseguenze negative della diminuzione della popolazione italiana dovuta al fatto che una donna italiana fa solo 1,4 figli (con una donna su 5 che rifiuta la maternità) mentre una donna "immigrata" ne fa 2,4. Lei non ha tenuto conto che l'Italia sta pagando le conseguenze negative del boom demografico degli anni '50 e '60. Lei ha aggiunto che a causa dell'aumento della prospettiva di vita è aumentata la popolazione anziana e che in conseguenza di ciò è diminuita proporzionalmente la popolazione in età lavorativa mentre è aumentata quella non lavorativa (giovani e anziani), e da insipiente ha proposto come rimedio la necessità di lavorare di più e meglio. Non si capisce affatto come possa essere questa una soluzione se le pensioni debbono essere pagate in base alla quantità, e non qualità, della popolazione lavoratrice. Naturalmente non poteva fare a meno di giustificare l'immigrazione perché la maggiore popolazione non lavorativa non sia carico della minore popolazione in età lavorativa. La solita cantilena di regime della società multirazziale come se questa fosse voluta da un destino e non dalla scellerata ideologia di una falsa sinistra, che non tiene conto delle conseguenze assai più negative di un aumento della popolazione. La soluzione non è da trovarsi nell'immigrazione stabile. Ho spiegato ciò nel mio libro Io non volevo nascere. 
Da cui riporto le righe sottostanti. 

Già nel 1989 avevo previsto che l’immigrazione clandestina (con le varie sanatorie) avrebbe causato un maggiore dissesto sociale. Io feci quel potevo fare. Avevo incluso nel programma politico della Lega Sarda l’idea di una immigrazione rotatoria, nel senso che, dopo un certo numero di anni, l’immigrato, tutelato nei suoi diritti di lavoratore, e non discriminato, avrebbe dovuto far fagotto e tornare al suo Paese. E per due motivi: 1) perché non ponesse per sempre radici in un territorio già sovraffollato, annullando i benefici di una diminuzione delle nascite; 2) per non privilegiare coloro che erano arrivati per primi illegalmente, escludendo poi coloro che fossero arrivati successivamente e non avessero goduto di una sanatoria. In questo modo vi sarebbe stato un reciproco vantaggio. Si sarebbe aiutato un maggior numero di immigrati (temporanei) e si sarebbe impedito che questi potessero un giorno, mettendo radici, avere dei figli che non si sarebbero accontentati di fare i lavori socialmente non qualificati dei padri, ed avrebbero pertanto causato una maggiore concorrenza, con una maggiore disoccupazione, anche nei settori di lavoro più qualificati.
Circa vent'anni fa scrissi una lettera al Corriere della sera (e ricevetti lettere di adesione) immaginando che la popolazione dell'Italia si riducesse con il tempo alla metà di quella attuale. Quali sarebbero le conseguenze? Solo positive. 1) Non sarebbe più necessario continuare a costruire alimentando la speculazione edilizia e continuando a sottrarre spazi naturali (compresi quelli dedicati all'agricoltura); 2) Sparirebbero le orride periferie e si recupererebbero i centri storici; 3) L'inquinamento atmosferico verrebbe dimezzato e la viabilità non sarebbe più intasata; 4) Sparirebbe (o quasi) la disoccupazione perché non vi sarebbe l'attuale enorme concorrenza per un posto di lavoro; 5) La proprietà privata verrebbe raddoppiata insieme con il reddito. D'altronde, la ferrea legge economica di Vilfredo Pareto dice che la ricchezza di uno Stato è proporzionale al reddito e inversamente proporzionale alla popolazione. Dunque una delle due: o si produce continuamente di più (con conseguente aumento dell'inquinamento) per inseguire l'aumento della popolazione, oppure bisogna far diminuire la popolazione senza che sia necessario produrre ed inquinare di più per aumentare la ricchezza di un popolo
Ecco perché Paesi come la Finlandia e la Svezia, avendo un rapporto ottimale tra estensione del territorio e popolazione, hanno uno sviluppo economico avanzato che permette un'assistenza sanitaria e sociale delle migliori. Ed è scientificamente dimostrato che la criminalità è proporzionale all'affollamento.
Palesavo anche il pericolo di una immigrazione dai Paesi islamici (da me definita come quarta invasione islamica dell’Europa, dopo quella araba e dei Turchi, selgiuchidi e ottomani). Anche qui i fatti mi hanno dato ragione. L’Europa vive oggi sotto il ricatto del terrorismo islamico.1
1 V. l'articolo della sociologa Ida Magli pubblicato su Il Giornale del 9 agosto 2009, riportato nel mio blog (pietromelis.blogspot.com) in data 19 marzo 2010 sotto il titolo “Il fenomeno devastante dell'immigrazione”.

Aveva scritto Platone nelle Leggi a proposito dell’immigrazione: “Dopo vent’anni” - troppi – “gli immigrati prendano la loro roba e se ne vadano”. Già Platone aveva capito il pericolo di una immigrazione permanente, che avrebbe potuto espropriare gli ateniesi della loro politica e della loro identità se fosse stata concessa agli immigrati la cittadinanza.
Le generazioni future, se continuerà la follia ideologica della società multiculturale e multirazziale, dovranno maledire le conseguenze di tale follia. Se ne accorgeranno nel mingere. Soprattutto se verrà attribuita la cittadinanza agli stranieri nati in Italia e a coloro che siano residenti da un certo numero in Italia. Non sono capaci questi folli della politica di capire – oppure lo capiscono ma antepongono la morale del buonismo alla politica se non sono dei disonesti che vogliono prepararsi un pacco di voti a sinistra sperando che gli ex clandestini diventino cittadini – che essi stanno mettendo in essere la teoria di Marx dell'“esercito di riserva” di disoccupati che serve a tenere bassi i salari per aumentare il profitto delle imprese. E oggi questo “esercito di riserva” è già costituito dagli ex clandestini regolarizzati, pronti a prendere il posto di lavoro dei licenziati perché disposti ad avere salari più bassi. Se gli immigrati avranno la cittadinanza la situazione peggiorerà perché la disoccupazione si estenderà anche per i posti di lavoro socialmente più qualificati. E' evidente, infatti, che i figli degli ex clandestini non si adatterebbero a fare i lavori che – si dice – gli italiani disoccupati non vogliano fare, e aumenterebbe la concorrenza per i lavori socialmente qualificati. Non sapendo resistere alla coalizione cattocomunista, anche la cosiddetta destra vorrebbe estendere la cittadinanza agli ex clandestini. In tal modo gli ultimi arrivati, divenuti cittadini, avrebbero gli stessi diritti degli italiani che hanno avuto come antenati coloro che, nell'arco di secoli, per una lunga serie di generazioni, combatterono per l'Italia, anche con sacrificio della vita, sino alle due guerre mondiali. Ognuno eredita anche le benemerenze dei suoi avi, che verrebbero vanificate se si concedessero eguali diritti agli ultimi arrivati, anche se non abbiano particolari benemerenze.
Purtroppo la classe operaia è stata sostituita dalla falsa sinistra con la classe degli sbandati, dei drogati, degli omosessuali, dei frichettoni dei centri sociali, degli immigrati con o senza lavoro, complice di una politica che va a danno della classe operaia. Una sinistra traditrice di Marx. E' un paradosso.

Nessun commento: