CAMILLERI E I TACCHINI
SE VERAMENTE UN
GIORNO RIUSCIREMO A SAPERE QUALE OPINIONE HANNO DI NOI GLI ANIMALI, SONO CERTO
CHE NON CI RESTERÀ DA FARE ALTRO CHE SPARIRE DALLA FACCIA DEL PIANETA,
SCONVOLTI DALLA VERGOGNA
(I tacchini) non si rendevano conto
minimamente di quale terribile destino
li aspettasse da lì a poche ore. Negli occhi sbarrati di tanti animali
portatati al macello, m’è capitato di leggere il terrore per la prossima fine,
forse sentivamo l’odore del sangue delle vittime che li avevano preceduti.
Andrea
Camilleri.
Lo zoo personale dello scrittore
siciliano, raccolto nel suo nuovo libro, "I tacchini non ringraziano",
illustrato da Paolo Canevari, è fatto di animali e di storie che
entreranno nella nostra vita
“Se veramente un giorno
riusciremo a sapere quale opinione hanno di noi gli animali, sono certo
che non ci resterà da fare altro che sparire dalla faccia del pianeta,
sconvolti dalla vergogna. Sempre che, tra cinquant’anni, gli uomini
saranno ancora in grado di provare questo sentimento. Io,
fortunatamente, non ci sarò. Ma vorrei che qualche mio pronipote
consegnasse agli animali una copia di questo libretto perché di me, e di
moltissimi altri come me, possano avere un’opinione sia pure
leggermente diversa”. Parola di Andrea Camilleri.Lo zoo personale dello scrittore siciliano, raccolto nel suo nuovo libro, I tacchini non ringraziano, pubblicato da Salani e illustrato da Paolo Canevari, è fatto di animali e di storie che entreranno nella nostra vita. Sono ritratti pieni
di affetto, che confondono il confine tra la coscienza umana e quella
degli animali e sono sempre a favore di questi ultimi, nel senso di
un’armonia della vita solo nel rispetto di tutte le specie viventi.
Cani, gatti, cardellini, ma anche volpi, serpenti e tigri
sono descritti come portatori di uno spirito ricco di amore e di
intelligenza, molto più complesso e profondo di quanto pensiamo: una
‘magaria’ inesauribile. Ciascuno di loro sembra comprendere la logica
degli uomini, che di volta in volta sfrutta a suo favore o prova a
sconfiggere con varie strategie, sempre vincenti: dalla dignità dei
tacchini al canto riconoscente di un cardellino, dall’astuzia di un
lepro alla commovente compostezza di un gatto innamorato, dalla mite
bellezza di una capra alla puntualità discreta di un serpente.
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