sabato 1 dicembre 2018

IL PAPA E LA CONTRADDITTORIA CONDANNA DELL'ABORTO

Nessuno ha chiesto di nascere per vivere come condannato a morte. Maledico quei due che mi hanno fatto nascere facendosi una scopata a mio danno. Si nasce o per sbaglio o per egoismo dei genitori che non sanno vivere senza far figli per darsi un falso scopo nella vita creandosi delle responsabilità nei riguardi dei figli, in cui credono di sopravvivere lasciando in essi i loro geni (metà per ognuno dei dei genitori) che poi vanno sempre diminuendo nei discendenti. E così continua la staffetta della morte. Solo per gli animali non umani la vita ha un senso perché non si pongono la domanda "che senso ha la vita?". Il filosofo Martin Heidegger, ritenuto il più importante filosofo del XX secolo, aveva definito la vita umana un Esserci-per la morte, cioè per il nulla. Il vecchio Parmenide, il terribile Parmenide (come lo aveva definito Platone riconoscendone l'importanza per aver posto il problema dell'essere e del nulla) aveva detto che il nulla non può essere nemmeno pensato perché non esiste: rimase famosa la sua frase: l'essere è e il non-essere non è. Platone nel dialogo Parmenide (il più difficile, forse l'unico veramente difficile, tra tutti i dialoghi di Platone) cercò di superare Parmenide trasformando il non-essere assoluto in un essere relativo arrivando però successivamente nel dialogo il Sofista ad una banalità: ogni cosa è e allo stesso tempo non è tutte le altre cose. D'altronde, Platone credeva nella sopravvivenza dell'anima, e non soltanto dell'anima umana. Ogni vita è inoltre soggetta a cicli di reincarnazione. Dopo circa 2500 anni Heidegger rispose che il nulla esiste: esso è l'anticipazione continua della morte nella vita. Con la morte è come se il mondo si annullasse per chi muore. Il nulla esiste nella coscienza del proprio nulla. Ma come si pone la questione per i credenti? Giovanni Paolo II nell'Evangelium vitae , pur condannando l'aborto, rivolgendosi alle donne che avevano abortito aveva scritto che le anime dei loro mancati figli erano state "accolte nella gloria di Dio". Ma allora è meglio essere abortiti per guadagnarsi l'eternità del paradiso. L'aborto è una fabbrica di anime beate. D'altronde, che vale una pur lunga vita terrena di fronte ad una eterna beatitudine senza dover rischiare né il purgatorio né tanto meno l'inferno? Sofocle nell'Edipo a Colono scrive: Meglio non essere mai nati, o appena nati tornare là donde si è venuti. Leopardi nella poesia Canto di un pastore errante dell'Asia conclude dicendo:la vita 
"...arriva 
Colà dove la via 
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso, 
Ov'ei precipitando, il tutto obblia. 
Vergine luna,tale 
E' la vita mortale 
E conclude dicendo: E'funesto a chi nasce il dì natale.  
Concludo io dicendo: Gli uomini credono di essere padroni della Terra e della vita degli animali, mentre solo la loro vita è il non senso della vita. Ha più senso la vita di un insetto nocivo che quella umana. Infatti l'insetto nocivo non ha la coscienza di essere nocivo, mentre  la presenza umana è fonte delle più atroci crudeltà nella coscienza della crudeltà. L'uomo è una anomalia della natura se crede di avere più titoli ponendosi oltre il livello dell'animalità. Si suol dire di chi abbia commesso un feroce assassinio: si è comportato come una bestia. Nell'uso dispregiativo e antropocentrico del termine "bestia". Io dico che molta umanità sarebbe migliore se fosse bestiale.       
Spero che nel momento del trapasso mi consoli il pensiero di lasciare un mondo in cui la presenza umana, fonte di tutte le crudeltà, mi fa schifo. 

2 commenti:

Alessio ha detto...

Sinceramente a me di un presunto Paradiso non interessa nulla: io onestamente anche se un Dio esistesse non vedo perché dovrei fidarmi di Lui, razionalmente non ce ne sono affatto dei motivi validi. Se esiste una qualche divinità sicuramente essa è incommensurabilmente più potente e sapiente di noi, ma la forza e la sapienza (nel senso di superiore conoscenza….) non sono affatto di per sé garanzia di amore e di bontà. Se guardiamo al mondo si può notare come, se un Dio esistesse, lo ha organizzato secondo il principio del "Mors tua, vita mea", in cui ogni animale è in lotta con altri per il territorio, per la sopravvivenza, e questa lotta raggiunge forme spietate nell'uomo, basti pensare alle guerre infinite in cui gli uomini si sono sopraffatti a vicenda. Se è Dio ad aver organizzato questo, è responsabile di ciò in quanto dotato di superiore intelligenza e onnipotenza. Inoltre, non trovo giusto, se fosse vero, che una qualche divinità debba giudicarmi in base alle scelte che ho intrapreso in vita, un Dio che ti dice: "Devi amare il prossimo o seguire queste regole, altrimenti finirai all'Inferno…" in fondo si comporta in maniera tirannica, poiché l'amore vero non si impone con la violenza della minaccia di un castigo, tra l'altro terribile in quanto eterno.
Inoltre, anche se in un ipotetico Paradiso dovessi provare sensazioni di gioia, nessuno razionalmente mi garantisce che non sia anche questo un inganno, tanto più se poi, come alcune religioni affermano, dovrei reincarnarmi, e quindi continuare a soffrire dimenticando anche la ragione per cui sono "ritornato" sulla Terra!

Unknown ha detto...

Prof.Pietro Melis,
Condivido il Suo pensiero (100%).
Saluti.