Ricevo da
Da: "Matteo, Animal Equality Italia" <comunicazioni@animalequality.it>
Oggetto: [ALLE NAZIONI UNITE] Wet Market: chiudiamoli!
Oggetto: [ALLE NAZIONI UNITE] Wet Market: chiudiamoli!
GLI ANIMALI NON SONO OGGETTI!! E LA NATURA
MALTRATTATA SI STA VENDICANDO CON IL COVID 19
Un nuovo virus
mortale, conosciuto come coronavirus 2019-nCoV, si sta diffondendo a livello mondiale.
Questo virus si è originato dal
mercato 'degli animali vivi' della città di Wuhan, in Cina. In questo mercato gli animali sono tenuti vivi in
gabbie (con misure non a norma, troppo piccole e strette che non
consentono agli animali di muoversi liberamente) e vengono poi macellati o venduti ancora vivi.
La CCN è
riuscita ad ottenere delle immagini da un consumatore preoccupato che ha
denunciato, tramite un video, la presenza di animali selvatici insoliti. Tra
gli animali venduti liberamente in questo mercato troviamo: cuccioli di lupo,
civette, cani, gatti, anatre, uccelli, procioni, lontre, cammelli, pavoni,
roditori, porcospini, tartarughe, koala, volpi, cigni, conigli, fagiani,
struzzi, cervi, scorpioni, salamandre giganti cinesi, scolopendra , cinghiali,
tassi asiatici, coccodrilli, asini, civette delle palme mascherate, istrici,
pesci, suini, pollame e bovini (South China Morning Post, 2020).
Nelle
ultime tre settimane, il virus ha ucciso 9 persone e ne ha infettato 440,
inclusi 15 operatori sanitari. Il virus si è diffuso in Cina e ha
raggiunto la Corea del Sud, Taiwan, il Giappone e gli Stati Uniti.
Questi
mercati sono terreno fertile per la diffusione di virus. Questo,
infatti, non è il primo caso:
- Tra il 2002 e il 2003, la SARS (sindrome
respiratoria acuta grave) si
diffuse proprio dai questi mercati e uccise 774 persone e ne infettò
8.098 (WHO, 2003).
- Nel 2013, il virus dell'influenza aviaria, H7N9 e
H5N9, si diffuse dal mercato degli uccelli vivi in Cina e uccise oltre 1.500
persone in tutto il mondo. Il virus H7N9 era stato scoperto per
la prima volta proprio grazie a questo questo caso (WHO, 2013).
Questi
mercati sono il punto di partenza di molte NUOVE infezioni pericolose e contagi
mortali per i diversi animali tenuti in vita in condizioni
antigieniche e non regolamentate. Ciò nonostante questi mercati sono ammessi.
Il mercato di Huanan è stato TEMPORANEAMENTE chiuso per ispezioni. La Cina ha
vietato il commercio di animali selvatici ma SOLO TEMPORANEAMENTE finchè la
situazione non sarà risolta.
Questo
episodio ci fornisce un'altra chiara motivazione per vietare questi mercati che
fino ad ora sono stati autorizzati a tenere qualsivoglia animale vivo in gabbia
in qualunque condizione.
Le zoonosi
che si originano e diffondono da questi mercati e l'atroce realtà di animali ancora trattati come se non fossero in grado di provare disagio, dolore,
tormento e sofferenza dovrebbero
fornire motivi sufficienti per chiudere non temporaneamente ma permanentemente
il commercio di animali tenuti vivi in gabbie in mercati, ristoranti etc.
Questa è
una questione globale che interessa tutti noi, umani e animali, e che deve
andare oltre gli interessi legati a questi mercati.
OLTRE
LA SPECIE
In
questi giorni, proprio nel momento in cui non possiamo uscire e occupare lo
spazio pubblico con i nostri corpi a causa delle restrizioni del Dpcm riguardanti
l’emergenza sanitaria Covid19, il Comune di Roma procede con il
provvedimento siglato nel 2019 tra la Regione Lazio, Legambiente Lazio,
Federparchi e Coldiretti Lazio per le misure di contenimento dei cinghiali,
all’interno della zona urbana. Il protocollo prevede lo stanziamento di
100 000 euro, per il “controllo numerico” dei cinghiali” e
per la “prevenzione del rischio” legata alla presenza degli animali
nella città. Gli animali saranno catturati con delle gabbie apposite e poi
abbattuti, o destinati al macello.
Riteniamo che questa operazione sia espressione di come le istituzioni hanno agito approfittando dell’assenza coatta dell_ attivist_.
Questa decisione violenta è l’esito di una gestione sbagliata del territorio, dei rifiuti (motivo per cui gli animali si avvicinano alla città) e delle relazioni interspecie.
Rifiutiamo l’idea di spazio urbano come prerogativa dell’umano, e soprattutto ci opponiamo con forza allo sterminio istituzionalizzato che sta per essere messo in atto.
Chiediamo la sospensione immediata dell’applicazione del protocollo d’intesa tra Regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale per la gestione del cinghiale (sus scrofa L.) nel territorio di Roma Capitale, approvato con delibera numero 190 del giorno 27 settembre 2019 dall’Assemblea Capitolina, con durata triennale.
Chiediamo che venga immediatamente istituito un tavolo di confronto tra Regione Lazio, Roma Capitale, associazioni e realtà animaliste e antispeciste attive sul territorio di Roma Capitale per l’individuazione di soluzioni alternative, che non comportino l’uccisione, la reclusione e lo sfruttamento degli animali.
Riteniamo che questa operazione sia espressione di come le istituzioni hanno agito approfittando dell’assenza coatta dell_ attivist_.
Questa decisione violenta è l’esito di una gestione sbagliata del territorio, dei rifiuti (motivo per cui gli animali si avvicinano alla città) e delle relazioni interspecie.
Rifiutiamo l’idea di spazio urbano come prerogativa dell’umano, e soprattutto ci opponiamo con forza allo sterminio istituzionalizzato che sta per essere messo in atto.
Chiediamo la sospensione immediata dell’applicazione del protocollo d’intesa tra Regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale per la gestione del cinghiale (sus scrofa L.) nel territorio di Roma Capitale, approvato con delibera numero 190 del giorno 27 settembre 2019 dall’Assemblea Capitolina, con durata triennale.
Chiediamo che venga immediatamente istituito un tavolo di confronto tra Regione Lazio, Roma Capitale, associazioni e realtà animaliste e antispeciste attive sul territorio di Roma Capitale per l’individuazione di soluzioni alternative, che non comportino l’uccisione, la reclusione e lo sfruttamento degli animali.
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