Poiché pecunia non olet gli Stati dell'UE, a cominciare dalla Germania, non rinunceranno ad esportare verso la Cina e a continuare nel sostenere la "via della seta", che è una via di ulteriori arrivi di pandemie dalla maledetta Cina. Anche le api hanno subito una sorta di decimazione. E la causa anche in questo caso è la Cina. Infatti (trasmissione geo su Rai3) le vespe provenienti dalla Cina sono diventate assassine delle api e si è dovuto provvedere in Italia (forse anche altrove) a distruggere i nidi delle vespe. L'UE ha dimostrato di essere del tutto insensibile ai contagi del coronavirus e si è limitata ad offrire all'Italia un prestito che dovrà essere restituito con gli interessi alla Banca Centrale Europea (BCE) di Francoforte. Questo significa che l'Unione Europea è una falsa Unione perché nessuno Stato è disposto a sborsare gratuitamente soldi ad un altro Stato. Ogni Stato è straniero per l'altro. Ognuno coltiva solo i propri interessi. Si è fatta un'unione monetaria a favore della Germania, dove i cittadini risultano avere mediamente un attivo di 25.000 euro mentre in Italia i cittadini hanno mediamente un passivo di 75.000 euro. Bastano queste cifre per dimostrare che l'UE, soprattutto a causa dell'euro, è fonte solo di passività. L'espropriazione della sovranità monetaria è la causa di tutto ciò. Perché ricevere soldi in prestito e con gli interessi da una banca straniera se gli stessi soldi potrebbero essere dati dai cittadini italiani comprando BTP? Gli europeisti italiani sono o disonesti o ignoranti quando dicono che in questo modo aumenterebbe il debito pubblico. FALSO per più di un motivo. Gli interessi pagati dall'Italia verrebbero reinvestiti in consumi e perciò si tratterebbe di una partita di giro perché aumenterebbe la quantità delle relative tasse sui prodotti prodotti consumati. Ma attenzione! Perché l'aumento delle tasse dovrebbe essere proporzionale soltanto all'aumento della produzione e del consumo non ad aumento delle tasse sui prodotti. Anzi, per avere un maggiore introito di tasse queste dovrebbero diminuire per favorire la produzione e il consumo. Abbandonando l'UE e l'euro si potrebbe tornare alla lira (ma ad una lira pesante (come ho scritto altre volte) facendo equivalere la nuova lira al valore dell'euro quando fu fissato in Italia nel 1999 dalla disgrazia del governo Prodi (che truccò i bilanci per dare ad intendere che l'Italia era riuscita a ridurre al 3% la differenza tra DEFICIT annuale e PIL): valore fissato in lire 1936,27. Questo dovrebbe essere il valore della nuova lira, che certamente subirebbe una svalutazione rispetto all'euro, che è il marco travestito da euro. Con l'uscita dell'Italia dall'UE e dall'euro sarebbe la fine dell'UE e ogni Stato tornerebbe alla sua moneta nazionale. Infatti l'Italia (seconda industria manifatturiera) porrebbe in ginocchio da sola la Germania che non reggerebbe alla concorrenza dei prodotti italiani di minor costo. Mentre nel mercato interno nulla cambierebbe con la svalutazione perché le industrie sarebbero costrette ad adeguare i prezzi alla minore di capacita di acqauisto della nuova lira rispetto alla disgrazia dell'euro.
venerdì 17 aprile 2020
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