La
Giornata mondiale della Terra, che ricorre il 22 aprile da 50 anni, vorrebbe essere la
più grande manifestazione ambientale del pianeta, l'unico momento in cui i
cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la
salvaguardia. Che impostura! Ecco quanto già nel 2010 avevo scritto in un
capitolo del mio libro Io non volevo nascere. Un mondo senza certezze e
senza giustizia.
Il rimedio non può consistere nel migliorare il livello alimentare ponendo a disposizione una maggiore quantità di proteine ricavandole dalla carne.
Il rimedio non può consistere nel migliorare il livello alimentare ponendo a disposizione una maggiore quantità di proteine ricavandole dalla carne.
Nemmeno nella Conferenza dell'Onu (Copenaghen, 7-18 dicembre 2009) organizzata per contrastare le cause dei mutamenti climatici si è fatto riferimento alla causa principale dell'immissione nell'atmosfera, e perciò sulla terra, dei gas serra, tra cui, principalmente l'anidride carbonica, non avvertendo che la causa principale è data dagli allevamenti intensivi di morte, che con le flatulenze degli animali producono il 18% dei gas inquinanti (tra cui il metano, l'ammoniaca e l'anidride carbonica), superiore all'inquinamento causato da tutta la viabilità mondiale, pari al 14%. Mangiare una bistecca equivale a percorrere con una automobile di media cilindrata circa 50 km.[1]
“Quattro
aziende producono oggi il 60% dei maiali in USA”. Dove ogni americano si ingroppa
127 chili di escrementi di maiali della Smithfield, che produce 31 milioni di
suini anno. “Gli animali allevati in USA producono 130 volte i rifiuti organici
di tutta la popolazione umana del Paese: 40 tonnellate al secondo”. Non
esistono impianti di trattamento dei rifiuti organici per gli animali
d'allevamento. Quindi tutti quegli escrementi dove vanno a finire? E da che
cosa sono composti? “Ammoniaca, metano, acido solfidrico, monossido di
carbonio, cianuro, fosforo, nitrati e metalli pesanti. In più i liquami nutrono
più di cento micro patogeni che possono provocare malattie nell'uomo , tra
cui salmonella, cryptosporidium, streptococchi e giardia. I bambini che
crescono nel comprensorio di una porcilaia industriale hanno tassi di asma superiori
del 50%”. I campi non sono in grado di assorbire tutto questo. “I liquami
vengono pompati in grossissimi lagoni (con una estensione di più di un ettaro e
profondi 9 metri) accanto alle porcilaie, e possono essere numerosi, un
centinaio o più”.
“Il deflusso si insinua nei corsi d'acqua, e i gas velenosi come ammoniaca e acido solforico evaporano nell'aria. Quando quei pozzi neri grandi come campi di calcio sono sul punto di traboccare vengono irrorati i liquami sui campi. Talvolta li spruzzano dritti in aria, un geyser di escrementi che spande un aerosol di feci creando vortici gassosi capaci di provocare gravi danni neurologici. Studi anno dimostrato che i lagoni emettono sostanze chimiche tossiche nell'aria e che possono provocare problemi infiammatori, immunitari, flogistici e neurochimici negli esseri umani”. I fatturati delle aziende però crescono e i costi di bonifica vengono posti a carico della comunità. La distruzione del paesaggio si sa è un crimine, uno dei più efferati, perché viene compromesso tutto il sistema di vita. Gli allevamenti intensivi sono un'assurdità e prima o poi dovranno cessare di esistere. Ogni stabilimento di salumi produce una filiera del benessere del consumatore. Un cretino che non ha consapevolezza, che non sa e non vuol saperne della sofferenza che vi è nel suo piatto. Siamo tutti responsabili di ciò che non facciamo. E' la violenza portata a sistema che trasforma in un affettato cibo morto....La carne etica non esiste. E' una falsità. E' solo un feroce sterminio industrializzato.[2]
“Il deflusso si insinua nei corsi d'acqua, e i gas velenosi come ammoniaca e acido solforico evaporano nell'aria. Quando quei pozzi neri grandi come campi di calcio sono sul punto di traboccare vengono irrorati i liquami sui campi. Talvolta li spruzzano dritti in aria, un geyser di escrementi che spande un aerosol di feci creando vortici gassosi capaci di provocare gravi danni neurologici. Studi anno dimostrato che i lagoni emettono sostanze chimiche tossiche nell'aria e che possono provocare problemi infiammatori, immunitari, flogistici e neurochimici negli esseri umani”. I fatturati delle aziende però crescono e i costi di bonifica vengono posti a carico della comunità. La distruzione del paesaggio si sa è un crimine, uno dei più efferati, perché viene compromesso tutto il sistema di vita. Gli allevamenti intensivi sono un'assurdità e prima o poi dovranno cessare di esistere. Ogni stabilimento di salumi produce una filiera del benessere del consumatore. Un cretino che non ha consapevolezza, che non sa e non vuol saperne della sofferenza che vi è nel suo piatto. Siamo tutti responsabili di ciò che non facciamo. E' la violenza portata a sistema che trasforma in un affettato cibo morto....La carne etica non esiste. E' una falsità. E' solo un feroce sterminio industrializzato.[2]
Per
alcuni secoli l'umanità ha sfruttato il carbone come fonte maggiore di energia
e nel XX secolo si è aggiunto il petrolio. Ma né il carbone né il petrolio sono
stati causa dell'inquinamento atmosferico sino alla metà del XX secolo, al cui
inizio la popolazione umana era di circa un miliardo e mezzo. Nell'arco di
mezzo secolo è passata a circa sette miliardi. E' dunque l'antropizzazione della
Terra la causa principale dei mutamenti climatici, giacché le piante, con la
pazzesca deforestazione dell'Amazzonia, polmone verde della Terra - e
sacrificata negli ultimi decenni a vantaggio degli allevamenti di morte delle
industrie dell'hamburger degli USA - non riescono più ad assorbire l'eccesso di
anidride carbonica in rispetto dei normali tempi biologici. Sulla Terra vi sono
almeno cinque miliardi in più di individui che non dovrebbero esistere. Ma di
ciò nessuno parla nelle varie conferenze dell'ONU, che si preoccupa,
tramite la FAO, del problema alimentare sapendo soltanto rincorrere
scelleratamente l'aumento della popolazione.
Lovelock, il noto scienziato autore del libro Gaia (1979) aveva
considerato la Terra come un organismo vivente capace di autoregolarsi per
mantenere le condizioni di vita. Ma dopo 27 anni si ricredette scrivendo La
rivolta di Gaia (2006). Egli, non essendo più ottimista come lo era stato,
prevede la fine dell'uomo nell'arco di un secolo. Il quadro di allarme è di
quelli destinati a far paura per le previsioni inquietanti. I rimedi sono
possibili, ma pressoché inesistenti. Secondo Lovelock il riscaldamento della
Terra avrebbe raggiunto il punto di non ritorno, e l'umanità avrebbe di fronte
a sé meno di un secolo. L'impatto dei condizionamenti climatici nel giro di 50
anni sarebbe tale da permettere la vita solo in una ristretta porzione di
artico, condannando a morte certa miliardi di persone. La previsione arriva ad
un approccio che osserva l'insieme dei fattori di pressione sull'atmosfera, in
luogo dei semplici elementi indicativi dei cambiamenti climatici. Lo
scioglimento dei poli avrà come effetto un innalzamento della temperatura degli
oceani perché i ghiacci non rifletteranno più i raggi solari.
Il
progresso tecnologico, aggiungo io, quando sia indirizzato unicamente verso un
maggiore benessere materiale, funzionale alla ricerca spasmodica del profitto,
o sia teso ad un più alto livello di vita delle popolazioni povere prescindendo
dalla necessità di una diminuzione della popolazione umana, è la causa maggiore
della rivolta di Gaia.
D'altronde la vita umana non ha senso quando si ponga la domanda “che senso ha
la vita?”. Ma la follia umana, che, antropizzando la Terra, sta ponendo in
crisi le condizioni di vita sul pianeta, sta contrastando il principio della
tendenza naturale di ogni forma di vita alla sua autoconservazione. Le ultime
forme di vita che sopravvivrebbero sarebbero gli insetti, che furono i primi
colonizzatori della terre emerse. Se scomparisse soltanto la vita umana
scomparirebbe soltanto il non senso della vita, perché gli animali non umani,
non potendo porsi la domanda “che senso ha la vita?” si sottraggono allo stesso
non senso di essa e si libererebbero del peggiore predatore della Terra, che è
l'uomo, per cui vale l'espressione che lo storico Tacito aveva dato dei Romani
definendoli raptores mundi (predatori del mondo). Gli animali non umani
hanno il diritto naturale di sottrarsi alla follia umana – che ha radici
culturali - al non senso della sua esistenza, se non si voglia considerare la
specie umana solo come animalità, che, come tale, però, non dovrebbe potersi
sottrarre alla selezione naturale, a cui, invece, oggi più che nel passato,
essa si è sottratta, soprattutto con l'apporto della medicina. Questa follia
umana, predatrice della Terra, sarebbe l'ingiusta causa della scomparsa delle
altre forme di vita. Non vi sarebbe da dolersi nemmeno della scomparsa di
quella ristretta minoranza dell'umanità che si batte contro la follia, se non
ha mai avuto il coraggio di combattere con tutti i mezzi, anche violenti, la
follia della grande maggioranza. Le rivoluzioni sono partite sempre da una
minoranza. Il mio odio contro questa umanità è per me fonte di energia vitale.
L'unica che mi tenga in vita. Odio, dunque
esisto.
Dobshansky,[3]
ritenuto il maggiore genetista sperimentale del XX secolo, ha scritto che la
medicina, contrastando la selezione naturale, ha permesso il mantenimento in
vita di soggetti portatori di malattie di origine genetica, permettendo ad essi
di riprodursi e di continuare a trasmettere tali malattie. Dobshansky ha
aggiunto che la stupidità sulla Terra è destinata ad aumentare giacché,
normalmente, sono gli stupidi che fanno più figli. “Due cose sono
infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei
dubbi” (Einstein). Paradossalmente oggi la medicina ha posto in essere la
maggiore causa dell'inquinamento della Terra, cioè la sua
antropizzazione.
La
follia politica si commisura all’ignoranza dei dati che documentano la follia
economica del destinare a mangime per animali da allevamento (di morte) un
ettaro di terreno che potrebbe produrre in un anno 2500 kg di proteine vegetali
per uomini, mentre, destinato a mangime, produce solo 250 kg di proteine
animali, con un consumo di acqua 70 volte maggiore. Si va predicando moralmente
contro la fame nel mondo e contro lo spreco delle risorse d’acqua perché non si
rispettano le condizioni di vita conformi al rispetto del diritto naturale,
facendo del palato, e non delle reali necessità dell’organismo, la base delle
tradizioni alimentari. Ma, variando di una parola un noto proverbio, si può
dire che “ ne uccide più il palato che la spada”.[4]
Gli allevamenti intensivi avvengono in spazi chiusi e per evitare epidemie
viene aggiunto dell'antibiotico per uso veterinario, cosicché chi consuma carni
ingerisce ogni volta lo stesso antibiotico. La natura si vendica con l'aumento
di decessi per cancro.
“Nulla
darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l'evoluzione verso una
dieta vegetariana” (Einstein).
Inoltre, perché debbo commuovermi delle sofferenze
di coloro che mangiano carne, ignorando da ipocriti da quante inenarrabili
sofferenze è prodotta la bistecca che mangiano? Avrebbero il coraggio di andare
almeno una volta a ricavarsela da sé in un mattatoio? Non ho mai avuto il
coraggio di guardare in un video su Internet (OK NO. Macellazione dei bovini,
durata 12 minuti) le scene terribili di un mattatoio. Mi è bastata la
descrizione. Capita che anche previo stordimento - magari male operato per la
fretta dai macellatori, operanti in una sorta di catena di montaggio per lo
smontaggio degli animali - il povero animale conservi ancora un po' di
coscienza, quanto gli basta per cercare di fuggire, mentre i suoi compagni,
posti in fila in attesa del loro turno, non sottratti alla vista
dell'abbattimento del compagno, si terrorizzino e cerchino di scappare per
rifugiarsi nel recinto dove prima si trovavano. Chi ha coraggio di
assistere a simile crudeltà vada a vedersi lo “spettacolo” sul citato sito. Se
ne ha il coraggio e rimane insensibile non può pretendere che si abbia
sensibilità per la sofferenza di individui come lui. Se non ne ha il coraggio e
mangia carne è un'ipocrita degno di disprezzo, ed anche in tal caso non merita
alcuna sensibilità. In ogni bambino vedo un fruitore della crudeltà sugli
animali. A causa degli adulti che non sanno educare i figli al rispetto della
vita sono stato sempre un pedofobo. I bambini nascono e crescono crudeli se non
interviene una giusta educazione. Mi da fastidio la vista di bambini che si
divertono correndo scompostamente e gridando. Passando di fronte ad un asilo le
mie orecchie non sopportano il fastidio del loro stridulo vociare. Se di
bambini ne nascessero meno vi sarebbero meno animali da macellare. Perciò me ne
importa proprio nulla del bambino che si dice muoia di fame e di malattie ogni
tre secondi sulla Terra. Che muoia pure. Anzi, ne godo. Vi saranno meno animali
da macellare per lui.
Se l'umanità avesse tratto insegnamento, non
dall'esecranda Bibbia, ma da filosofi antichi come Pitagora, Eraclito,
Empedocle, Platone, Apollonio di Tiana, Plutarco, Porfirio (che citerò alla
fine del libro), nell'età moderna da Leonardo e in quella contemporanea da
Ghandi e da Schweitzer, non vi sarebbero state le “civiltà” della crudeltà
sugli animali, gli unici innocenti della Terra.
[1]“Si calcola che per produrre un solo
hamburger vengono prodotti 3 chili di anidride carbonica, senza contare che,
come abbiamo modo di vedere nello studio Livestock and Climate Change,
oltre la metà dei gas serra prodotto oggi dall'uomo sono emessi dagli
allevamenti industriali di bestiame” (www.greenme.it).
[2]Dal sito www.luigiboschi.it
(voce “animali”).L'articolo del sito trae spunto dall'inaugurazione di un nuovo
stabilimento (di morte) della Parmacotto su 72.000 mq, con annuncio di un nuovo
lager di morte negli USA. Ho tralasciato la descrizione delle terribili
crudeltà a cui sono sottoposti i maiali in questi lager. Sarebbe inutile per
chi sia indifferente ad esse e sia interessato solo al proprio palato o sia
preoccupato solo della propria salute. Le frasi tra virgolette sono tratte dal
libro di Jonathan Safran Foer (di origine ebraica) Se niente importa. Perchè
mangiamo gli animali?, Guanda 2010.
[4]E’ risaputo ormai che la carne
favorisce il sorgere di diverse specie di tumori. Il noto oncologo Umberto
Veronesi (vegetariano) ha dichiarato che essa favorisce in particolar modo i
tumori al pancreas, all’intestino e al colon. Attualmente un milione e mezzo di
italiani sta combattendo contro un tumore, aggravando le spese sanitarie per
tutti. Si sa che gli animali erbivori non sono soggetti a tumori. Ma pare
che questi argomenti non servano contro il potere del palato e
dell’economia.
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